La sfida epica del giro del mondo in solitaria di Riccardo Tosetto
Le parole dello skipper, Riccardo Tosetto: “Il giro del mondo in solitaria senza scalo è sicuramente considerato l’Everest della vela, quindi l’esperienza più dura per quanto riguarda le imbarcazioni a vela. Io ero naturalmente solo in barca, però c’era un team alle spalle che mi seguiva sia dal punto di vista meteorologico, mediatico e per l’assistenza tecnica in generale.”
“La parte dura è proprio affrontare il Sud dell’Oceano, con aria 7 gradi, acqua intorno ai 5 gradi. Il fisico deperisce: io sono tornato con 12 kg in meno di quando sono partito. Quindi poi, quando il fisico fa fatica, anche la psiche la fa, quindi c’è una determinazione grande per concluderlo.”
Le emozioni estreme e i progetti futuri dello skipper
Riccardo continua: “Il momento più bello è stato il passaggio di Capo Horn, è proprio la realizzazione dal punto di vista marinaro. Il momento più difficile è stato sopra le Isole Falkland, le Isole Malvines, a largo dell’Argentina, dove una perturbazione, durata più di 24 ore, ha portato venti che hanno raggiunto i 120 km orari, con una certa costanza.”
“Fortunatamente adesso viviamo in un’era in cui è possibile comunicare con la terra abbastanza facilmente attraverso sistemi satellitari, quindi non mi sentivo così almeno da questo punto di vista. È un sogno che ho fin da ragazzino, da quando ho cominciato andare in barca a vela il giro del mondo. Io ho sempre letto romanzi che parlavano del giro del mondo e seguito atleti che lo hanno fatto, per lo più francesi.”
“3 anni fa, quando c’è stato il bando di regata che permetteva di partecipare con barche comuni, ho scelto di tentare. Abbiamo lavorato 3 anni per preparare questo giro del mondo. Attualmente io parto adesso per altri 5 mesi in Grecia, dove lavoro con un’altra barca, una barca da crociera. Poi i programmi sono diversi ma ancora dobbiamo decidere esattamente.”
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