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Lorena Cesarini: lacrime per il suo monologo sul razzismo

Non trattiene le lacrime alla fine del suo racconto. A consolarla e abbracciarla nel palco c'è Amadeus

Lorena Cesarini a Sanremo non trattiene le lacrime. Avviene mentre si rivolge a chi si è indignato per la sua presenza sul palco dell’Ariston, come co-conduttrice della seconda serata del festival accanto ad Amadeus. L’attrice  romana, con papà italiano e mamma senegalese, nel suo monologo sul razzismo è intensa e coinvolta.

Gli insulti e i commenti razzisti

Queste le parole della co-conduttrice Lorena Cesarini: “Fino ad oggi, a scuola, sul tram, a lavoro, nessuno aveva mai sentito l’urgenza di dirmi che avessi la pelle nera. E invece, quando Amadeus ha dato la splendida notizia che sarei stata qui, certe persone hanno sentito proprio questa urgenza”.

Lorena decide di mostrare sul maxi schermo alcuni dei messaggi terribili che le sono arrivati dopo l’annunciata della sua presenza a Sanremo 2022.

Il messaggio di Lorena Cesarini

“Evidentemente per alcuni il mio colore della pelle è un problema. Vi leggo alcune frasi che hanno scritto sui social: ‘Non se lo merita, l’hanno chiamata lì perché nera’, ‘E’ arrivata l’extracomunitaria’, che brutta parola… E ancora :’Forse l’hanno chiamata per lavare le scale e innaffiare i fiori’. A parte che lavare le scale è un lavoro come tanti e non ci trovo nulla di svilente, però ovviamente all’inizio un pochino, lo ammetto, ci sono rimasta male. Non c’ero abituata. Poi mi sono anche arrabbiata perché sono fatta così, è il mio carattere. Poi mi è passata perché le cose me le lascio scivolare. Ma mi è rimasta dentro una domanda: perché? Perché alcuni sentono la necessità di scrivere certe cose sui social, di pubblicare certi post? Come mai c’è chi si indigna per la mia presenza sul palco dell’Ariston? Perché c’è della gente che ha un problema con il mio colore della pelle?”

“Io non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace. Sono una persona che quando non sa una cosa va subito a informarsi. Amo leggere e informarmi. Come ho fatto ad esempio con l’autore di questo libro qui. Lui è Tahar Ben Jelloun, è uno scrittore marocchino”, continua Lorena Cesarini con gli occhi gonfi di lacrime ed emozione.

Questo il monologo sul Razzismo

“Questo libro è stato tradotto in oltre 25 lingue, premiato dalle Nazioni Unite. Si intitola ‘Il razzismo spiegato a mia figlia’. Inizia con la figlia che gli ha fatto una domanda: ‘Babbo: che cos’è il razzismo?’ E lui risponde: ‘E’ un comportamento distribuito in tutte le società tanto da diventare, ahimè, banale. Consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre’. Allora la figlia: ‘Quindi anche io potrei essere razzista, se è così diffuso?’. E lui: ‘No, un bambino non nasce con il razzismo nella testa, tutto dipende dall’educazione. Sia nella scuola e a casa. Il razzismo crede che lo straniero appartenga ad una razza inferiore ma ha completamente torto. Il razzismo non ha alcuna base scientifica, esiste un solo genere umano nel quale ci sono uomini, donne, persone di colore, di alta statura, o bassi, con attitudini differenti e varie. Tutti gli uomini e le donne del pianete hanno nelle vene sangue della stessa tinta, indipendentemente dal colore della pelle, perché un uomo è uguale a un uomo’”, dice Lorena, che legge alcuni passi del libro.

“A questo punto Mèrième fa un’ultima domanda: ‘Babbo, ma i razzisti possono guarire’? E lui: ‘Ma tu pensi che il razzismo sia una malattia?’. “Sì, perché non è normale che un uomo disprezzi un altro uomo per il colore della pelle’. Ed ecco la risposta del papà: ‘La guarigione dipende da loro, se uno si pone delle domande, se dice: ‘Può darsi che io abbia torto di penare come penso’. Perché quando uno riesce ad uscire dalle proprie convinzioni va verso la libertà’”.

Lorena Cesarini conclude: “La cosa più importante, per me, e anche per voi, per chiunque, è avere dei ‘perché’. Per poter andare verso la libertà. La libertà dalle frasi fatte, dai giudizi precostituiti, dagli insulti, dalle tifoserie che insultano, dai giudizi sul tram. Io mi auguro di non perdere mai la curiosità perché è quello che mi rende libera, più matura”. Amadeus l’abbraccia, il pubblico in sala applaude la ragazza per la sua schiettezza e intensità.

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