La Voce della Città Metropolitana

Luca Scalabrin ci aggiorna sulla questione stipendi

Oggi siamo in collegamento con Luca Scalabrin, Consulente del lavoro per ricevere aggiornamenti sulla questione degli stipendi.

Siamo in collegamento con Luca Scalabrin, Consulente del lavoro e Consigliere dell’Ordine dei consiglieri del lavoro e anche presidente della ACTV, ma questa è un’altra questione. Per questo lo conosciamo, lo abbiamo già intervistato su questo fronte che è un fronte molto bollente. Ma oggi lo intervistiamo parlando di lavoro. Del mondo del lavoro in cui ci sono dei dati che fanno abbastanza discutere. Tutto quello che si dice in questi mesi in cui c’è stata questa fioritura del PIL, in cui stiamo recuperando alla grande… lui ha qualcosa da ridire sulla questione, dice che siamo ancora sotto di qualche punto. Che stiamo recuperando ma non abbiamo recuperato abbastanza. La situazione sta diventando drammatica per le famiglie. Ma ce lo facciamo dire da lui in modo un po’ più chiaro, che ha anche dei grafici da mostrarci.

Grazie Luca Scalabrin per questo collegamento. Partiamo dagli stipendi?

“Buongiorno. Sicuramente è importante fare una verifica sugli stipendi. Nel veneziano tra l’altro, c’è una bellissima indagine da parte delle Acli che ha esaminato i 730 e ha visto che c’è stata una diminuzione del 2-3% del reddito dei veneziani. Che si passa da 400 anche 800-1000 euro in meno. Quindi questo vuol dire che l’effetto del Covid si è visto anche nella dinamica salariale generale.

Anche vero che gli stipendi dei pubblici rimangono più o meno invariati ma in realtà Venezia è una città turistica e l’effetto sul turismo si è fatto sicuramente sentire. Noi sappiamo che negli anni c’è sempre stata una difficoltà nell’avere una propensione al risparmio che c’era una volta. Pensate che dal 20%, che si risparmiava in anni passati, si è arrivati al 2%. In questo è chiaro che, nell’anno del Covid, è rallentato questo aspetto e qualcuno è riuscito anche a risparmiare.” Ha commentato Luca Scalabrin

Luca Scalabrin. Non più di qualcuno, nel senso che dicono che non si poteva spendere non uscendo di casa, e le banche dicono che hanno i forzieri pieni di denaro.

“Bisogna vedere questo denaro come viene utilizzato perché se è fermo li senza interesse non crea alcuna ricchezza. Le banche adesso non danno alcun interesse, anzi vivono di servizi e quindi mettere i soldi in banca è come buttarli via. Nel senso che non crei investimenti, non crei attività.”

Però sei un po’ più tranquillo tu perché sai che hai un po’ di soldi in banca. In questo senso Scalabrin?

“Sicuramente. Ma la cosa importante è, come dicevi tu prima, il problema del PIL. Vedendo il grafico,  nella parte rossa c’è l’Italia che ha avuta la variazione peggiorativa di stipendi rispetto agli altri stati dell’Unione Europea. Ma, al di là di questo, c’è stato un calo molto forte tra i salari del 2019 e i salari del 2020. Intanto, un grafico che riguarda il risparmio delle famiglie è in caduta libera da un po’ di anni a questa parte. Anche se nel 2019 è rallentato, l’attività continua a scendere.

Questo non è un bene perché l’Italia si è sempre salvata come paese, avendo un debito pubblico importantissimo, con il risparmio. C’erano tantissimi soldi messi via, sia nel patrimonio immobiliare, sia nel risparmio delle famiglie. Attualmente questo trend sta diminuendo quindi si arriverà, fra un po’, dove le famiglie non riusciranno più a risparmiare.” Ha continuato Scalabrin

Anche perché adesso c’è il problema dell’inflazione e del rincaro dei prezzi, giusto?

“Ci sono dati molto allarmanti. Tanto per comprendere, anche l’additivo blu per i motori Diesel è raddoppiato e non si trova più nel mercato. Tutte le agevolazioni sul 110 sono ferme perché non si trova il materiale, con aumenti importanti. Tanto per capire, il rame è aumentato del 400%. Abbiamo visto gli effetti sulla benzina, abbiamo visto gli effetti sul riscaldamento, sul gas. Quindi questo porterà sicuramente ad una spinta inflattiva maggiore. Tra l’altro è vero che il PIL aumenta, ma se poi il PIL aumenta e non entra nelle famiglie, va a fermarsi solamente nei grandi gruppi, questo diventa un problema.”

A pensar male è peccato ma spesso ci si azzecca. in questo momento tutti i paesi europei si sono indebitati con i risparmiatori in generale perché avevano bisogno di fondi proprio per far fronte all’emergenza Covid. Questa ondata inflattiva fa proprio comodo ai governi che così possono risparmiare nel restituire questi soldi.

“L’inflazione non è mai una cosa positiva perché poi pesa nel debito pubblico italiano per quanto riguarda gli interessi. Ricordiamoci che è aumentato il PIL, ma è aumentato tantissimo, e più del debito pubblico, che è arrivato al 260%. Al di là di quello che ci raccontano, tutto poi, a livello finanziario, deve essere restituito.”

Quindi con l’inflazione tutto sommato il debito pubblico si riduce, magari le famiglie italiane si trovano in ginocchio ma il debito italiano si riduce.

“Potrebbe ridursi in parte ma siccome abbiamo una spesa per interessi altissima l’inflazione crea dei tassi di interesse quindi dobbiamo spendere più soldi quindi l’inflazione sicuramente non è una cosa positiva per l’Italia in generale, avendo un debito pubblico così alto.

E sicuramente non è una cosa positiva per gli italiani perché poi, a parità di salario, se io con quel salario acquisto meno di prima, faccio fatica a gestirmi. Provate a pensare che, al di là del calo reale del reddito, c’è un aumento molto esponenziale dei costi. Perché se io la benzina la pago 50 centesimi in più ogni due settimane, capite che qualcosa non quadra e quindi abbiamo un’economia fragile.”

Come si concilia il fatto che gli stipendi sono sempre più bassi e però è sempre più richiesta la manodopera e dicono che non c’è? In teoria, se si cercano lavoratori che non ci sono, gli stipendi dovrebbero salire?

“In realtà, in alcuni settori, gli stipendi sono anche saliti, ma la manodopera non si trova ugualmente. per esempio, nel settore della grande distribuzione, persone che fanno i camionisti e che si servano della piattaforme logistiche, non si trovano. Non si trovano attività nel settore dei saldatori e tra l’altro si fa fatica anche per le attività a basso reddito perché le persone preferiscono rimanere a casa e vivere con “l’elemosina” perché stiamo abituando la gente a vivere di sussidi. Si accontentano, fanno il minimo, ma non creano ricchezza perché il sussidio viene speso ma tu non fai nulla”.

Questo è l’argomento che sta dividendo i partiti che sostengono Draghi. C’è il Movimento 5 Stelle e Draghi da una parte, che sono favorevoli al Reddito di Cittadinanza e la Lega che invece si batte di più per una riduzione del cuneo fiscale, che sarebbe la differenza tra lordo e stipendio.

“Questo è importante anche se si vede in un’altra prospettiva. È finito il blocco dei licenziamenti, o finirà entro fine anno, ma io non vedo politiche del Governo per favorire nuove assunzioni. C’è uno sgravio under 36, ma solamente per chi non ha mai lavorato, un po’ per le donne, ma niente di strutturato e strutturale”.

Dovresti avere un altro grafico sugli investimenti, Luca Scalabrin?

Si vedono il PIL con la spesa pubblica. La spesa cresce in maniera esponenziale, mentre il PIL cala e la spesa PIL va a superare. Vuol dire che noi stiamo investendo in attività che non creano ricchezza. Se io do il sussidio, il sussidio viene speso e non viene creata nessun’attività ulteriore. Io mi chiedo se è giusto, per esempio, favorire non i giovani e magari continuare a far lavorare le persone che hanno un’età ragguardevole e fanno fatica anche a lavorare. Io favorisco le persone a non andare in pensione, gli anziani, mentre non favorisco i giovani.

Quando è stata approvata la Quota 100 di Salvini, è poi venuto fuori che non sono stati assunti giovani in numero equivalente.

“Sarà sempre così perché il tasso di disoccupazione è sempre elevato, con un tasso di natalità che attualmente è all’1.2. Non portiamo nemmeno la salvaguardia della specie. La tecnologia e l’attività, fanno in modo che serva meno manodopera e sempre più la tecnologia sostituisce l’uomo.

Il problema è che se io posso mettere in pensione una persona e non sono agevolato in maniera tale da assumere un giovane, non ho nessuno interesse ad assumerlo. Mi sono tolto un costo perché sono in difficoltà e non posso assumerne un altro. Prima dovevo tenermelo per forza perché era un mio lavoratore. Se non ho nessun incentivo ad assumere qualcun altro, faccio fatica. non è che se ne va via uno, ne entra un altro. non è così automatico. Non c’è una politica strutturata in questo senso”.

Ricapitolando: non dobbiamo stare molto allegri, questo è il tuo regalo di Natale che ci fai, perché la situazione non è assolutamente rosea. Il PIL non cresce come dovrebbe crescere perché non stiamo facendo investimenti, mentre il PNRR verrà più avanti.

“Il PIL è cresciuto bene, ha fatto un grande balzo avanti rispetto lo scorso anno, però poi, se c’è troppa spesa pubblica, questo viene bloccato, viene chiuso. Se poi il PIL va a finire solo nelle mani delle grandi famiglie e non entra nelle famiglie normali, diventa una cosa che ci serve relativamente”.

Quindi confermi che i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri sono diventati sempre più poveri.

“Più che i poveri, la classe media sta diventando povera”. Ha così concluso Luca Scalabrin

È davvero molto interessante, ma ci risentiremo per parlare anche dei Green Pass e delle difficoltà nella loro gestione nelle aziende.

“La prossima volta tratteremo l’argomento Green Pass e volentieri vi racconto come sta andando l’avventura per la programmazione dei Green Pass all’interno delle aziende”.

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