Luca Scalabrin: il covid penalizza le donne, persi 470mila posti di lavoro

Diventa sempre più grave l'emergenza per chi ha perso il lavoro nel settore turistico e le più colpite sono le donne. Molte di loro non godono di ammortizzatori sociali. Ne parliamo con i consulenti del lavoro reduci da uno studio.

Insieme alla Fondazione Studi consulenti lavoro, Luca Scalabrin, Consigliere dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Venezia, ha fatto un’indagine per Roma e per Venezia sui dati relativi al primo lockdown. Essi sono presi a livello generalizzato e danno una prospettiva di Venezia nel contesto nazionale e regionale.

Venezia è una città turistica e si ha per il 2019 la presenza di 8 miliardi di turisti. Ora si registra, ovviamente, un crollo totale dei flussi turistici: l’aeroporto ha un 70% di passeggeri in meno; questo va a colpire direttamente l’economia locale. Venezia si piazza subito sotto Torino per il calo del fatturato maggiore delle aziende, presentandosi con un calo del 25% del settore ristorazione e un 10% dei servizi.

Dati inerenti ai posti di lavoro a tempo indeterminato e determinato

Grazie al Decreto del 31 marzo che ha bloccato i licenziamenti, Luca Scalabrin riporta che i posti di lavoro a tempo indeterminato si sono mantenuti. Mentre quelli a tempo determinato, presenti per la maggior parte nel settore turistico, e svolti in gran parte da donne, hanno subito una diminuzione di quasi un 70%. I dipendenti a termine sono circa 20 mila persone, di queste il 70% è rimasto a casa.

Prospettive a partire dal settembre 2020

Ci sono tantissime aziende, ovvero un 25%, piccole e micro, che stanno prendendo in considerazione la chiusura dell’attività, in quanto non possono resistere a lungo. I ristori da parte dello Stato non vanno ad integrare tutte le problematiche che ci sono.  Se non si aiuteranno seriamente le persone che decidono di vendere a stranieri.

Se poi il denaro proveniente da queste attività acquistate non sarà controllato e tenuto in loco, si rischia davvero la desertificazione della città. Venezia è una città che non ha tempi di ripresa veloci. Luca Scalabrin prende come esempio le aziende turistiche, queste, infatti, hanno la necessità di tempi tecnici lunghi, poiché necessitano dell’arrivo di numeri elevati di turisti.

Le piccole-medie imprese

Nel Veneto queste rappresentano il 90% delle imprese, quindi il tessuto sociale è fatto di micro imprese, e devono essere assolutamente aiutate.  La ripresa economica è sicura, quello che non si consce è il tempo che impiegherà. Bisogna creare l’opportunità di resistere per quest’arco di tempo, e secondo Scalabrin il modo migliore sarebbe la solidarietà per costruire un percorso virtuoso. Questo per evitare la svendita della città che non porterebbe a nessun beneficio.

Le piccole-medie imprese stanno scomparendo, e con lo sblocco dei licenziamenti prevista in data 31/03/2021, si prospetta un 10% di calo degli addetti a tempo indeterminato. E’ un futuro incerto, nel quale sarà fondamentale la forza di volontà dei singoli. Altrimenti l’economia veneziana sarà minata dal basso, con la perdita progressiva di queste aziende, per la maggior parte legate, come detto in precedenza, al turismo.

Musei e mostre

All’apertura dei musei si preferisce un risparmio da reinvestire all’interno degli stessi, per ottenere un servizio pronto ed un’offerta competitiva, per quando finalmente il turismo potrà ripartire.

Exit mobile version