Luisa Ronchini e il patrimonio musicale veneziano

La storia di Luisa Ronchini, cantante di nome ma etnomusicologa di fatto, che nella seconda metà del secolo scorso girò per le calli e i campielli della laguna veneziana incontrando anziani, pescatori, impiraresse, e salvando dall’oblio circa 600 canti di lavoro, ninne nanne, serenate e canzoni di lotta.

“Semo tute impiraresse / semo qua de vita piene / tuto fògo ne le vene / core sangue venessiàn, / no ghe gnente che ne tegna / quando furie deventèmo, / semo done che impiremo /e chi impira gà rason”. Se non fosse stato per un registratore a bobina sempre pronto ad incidere canzoni antiche come questa. Per la curiosità, la passione e il duro lavoro della sua proprietaria, forse una buona parte del patrimonio popolare musicale veneziano sarebbe stata perduta per sempre. Il merito di tale impresa è di Luisa Ronchini, cantante di nome ma etnomusicologa di fatto. Nella seconda metà del secolo scorso girò per le calli e i campielli della laguna veneziana incontrando anziani, pescatori, impiraresse, e salvando dall’oblio circa 600 canti di lavoro, ninne nanne, serenate e canzoni di lotta.

Luisa Ronchini e la passione per i canti popolari veneziani

Nata a Bergamo nel 1933. Luisa decide di trasferirsi a Venezia all’inizio degli anni ’60, dove lavora come artigiana ceramista presso un laboratorio della città. Grazie alle sue frequentazioni con un gruppo anarchico, scopre la libreria e galleria d’arte “Internazionale”. In cui sente per la prima volta dei dischi di musica popolare. È amore a primo ascolto e, di lì a poco, comincia la sua attività di raccoglitrice e straordinaria interprete di canti popolari veneziani. Spronata soprattutto dall’etichetta discografica I Dischi del Sole.

Si aggira non solo tra le calli di Venezia, ma anche tra le strade di Chioggia, Treporti e Pellestrina. Entra dentro a osterie, ricoveri per anziani e in qualsiasi altro posto in cui si possano trovare gruppi che cantano o anziani con un’ottima memoria. Instancabile, Luisa Ronchini setaccia ogni angolo della laguna, alla ricerca di antiche melodie.

Una delle maggiori influenze all’inizio dello studio sul patrimonio popolare veneziano è, per pura coincidenza, la sua padrona di casa nel sestiere di Castello, Tilde Nordio. Con voce armoniosa si presta a cantarle diverse delle canzoni poi confluite nel suo primo EP Nineta cara, registrato tra il 1964 e il 1965.

Negli stessi anni dà vita al gruppo Canzoniere Popolare Veneto, assieme a Gualtiero Bertelli e Alberto D’Amico. Con il quale allestisce lo spettacolo “Tera e aqua” e incide il disco Addio Venezia addio. Portando poi nelle piazze e nei teatri di tutta Italia la musica popolare veneziana.

“Sentime bona zente”

Nel 1990 Luisa pubblica la raccolta di testi Sentime bona zente, una raccolta di “canti, conte e cante del popolo veneto”, raccolti con pazienza e passione. Nel 1993 si esibisce per l’ultima volta in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita della Camera del Lavoro di Venezia.

Voce dal timbro inconfondibile, a tratti aspra, a tratti dolce, anima e forza del gruppo musicale veneziano. Luisa Ronchini è quindi riuscita a rendere immortale il ricordo di canzoni antiche come “Peregrinazioni lagunari”, in cui si racconta di una lunga passeggiata tra Venezia e la sua laguna, da Marghera a Fusina passando per la Giudecca e Burano, ma anche di canti di lavoro come “I batipali” o “Tiorte i remi e voga”, importanti testimonianze di un passato assai lontano che ancora oggi emozionano i loro ascoltatori.

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