L’ultimo giorno di scuola di Scantamburlo

Adriano Scantamburlo ci racconta il suo ultimo giorno di scuola.Rispetto ad oggi, le cose erano molto diverse.

Adriano Scantamburlo ci racconta il suo ultimo giorno di scuola: era in quinta elementare, l’anno era il 1960. Come prima cosa, tutti erano dovuti andare a salutare il maestro che arrivava in pullman da Padova. Poi, ritornati a scuola, era il momento della “supervisione”: il maestro doveva controllare che tutti fossero in ordine. Purtroppo, Scantamburlo non era stato per niente fortunato al momento del “controllo”: il fiocco era fatto male perché le asole non erano perfettamente identiche, il grembiule ed i capelli erano tutti impolverati (logico, per andare a scuola doveva attraversare campi), il colletto era poco inamidato, era pettinato male, la riga era storta e aveva troppa brillantina. Alla consegna delle pagelle aveva infine scoperto di essere stato promosso con il minimo dappertutto, la bocciatura scampata solo per un soffio. I genitori, dopo la notizia, arrabbiatissimi, lo avevano mandato a lavorare in una fabbrica calzaturiera, dove il padrone lo sgridava ogni 3 per 4. Da quel momento in poi, Scantamburlo ha capito l’importanza dello studio, così come quello della passione che ci si deve mettere per apprendere veramente e che il suo maestro era così tanto severo perché voleva vedere sui volti dei propri alunni il sudore della fatica di imparare.
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