Cresce l’allarme per il liquame nero che esce dal terreno durante lo scavo del nuovo canale Moranzani. Gli ambientalisti si stanno mobilitando per nulla soddisfatti dalla risposta dell’agenzia regionale per la prevenzione ambientale ARPAV alla battaglia annunciata. Secondo l’agenzia i lavori vengono continuamente monitorati e presidiati e l’intervento ha come obiettivo anche la messa in sicurezza della discarica finora rimasta sigillata.
Discarica Moranzani
Le associazioni opzione zero e assemblea permanente contro il rischio chimico di Marghera e il comitato tutela salute e ambiente di Malcontenta sostengono invece che le ruspe stanno scoprendo strati della vecchia discarica abusiva. Discarica da cui fuoriescono i rifiuti speciali depositati in passato. E nei rari giorni di pioggia dilavano nel corso d’acqua e si stanno disperdendo lungo il canale e nell’ambiente.
Le striature nere e grigie potrebbero essere ceneri industriali. Mentre dove il terriccio assume un colore rossastro potrebbe trattarsi di cenere ma di altro materiale, come la pirite. Le associazioni hanno presentato un esposto ai carabinieri del NOE.
ARPAV assicura che il lavori sono realizzati dal consorzio acque risorgive che ha pianificato la raccolta del dilavamento previsto sin dall’inizio all’interno dello stesso scavo e poi la sua successiva asportazione e smaltimento.
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