Futuro dei centri diurni per la disabilità

Oggi, insieme a Maria Stella Donà, è con noi Marco Caputo, presidente della cooperativa la rosa blu, ci spiega come andrebbero seguite le nuove disabilità

E’ con noi Marco Caputo, presidente della Cooperativa La rosa Blu di Chirignago che in questi giorni ha festeggiato il 40esimo anno dalla fondazione organizzando un convegno sulla disabilità.

I centri diurni

Si tratta di centri diurni che accolgono i disabili. Gestiti in maniera professionale, andando oltre all’aspetto volontaristico. Sono centri semi residenziali dove le persone con disabilità arrivano al mattino, e svolgono varie attività. O una comunità alloggio dove le persone vivono stabilmente, con residenza fissa, sempre a contatto con la famiglia.

La disabilità

Le necessità di queste persone vanno oltre, inizialmente le esigenze erano differenti, e ci si focalizzava di più sull’esperienza lavativa. Negli ultimi anni invece le nuove forme di bisogno si rivolgono a malattie oltre alla disabilità fisica, che gli attuali centri di urni non sono adeguati a seguire.

Per cambiare la situazione ?

Innovazione sociale senza paura del cambiamento, per quale servono ovviamente delle risorse. Puntando a un’offerta relativa a piccoli gruppi di persone. Un modello che costruisca un vero e proprio progetto di vita, per imparare mestieri, sviluppare capacità. E ritardare la sistemazione in una comunità alloggio.

Sono aumentati casi di malattie psichiatriche ?

Sicuramente sono più riconosciuti rispetto ad anni fa. Ci sono anche degli aumenti, ed è il motivo per il quale noi proponiamo delle soluzioni in grado di cogliere questi nuovi bisogni. Il bisogno che stiamo mappando, insieme agli enti pubblici, è pensare delle nuove forme di servizio per queste “nuove” malattie.

Oggi le famiglie sono cambiate, e hanno piacere ad appoggiarsi a delle associazioni.

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