Marco Polo punta a raddoppiare il traffico entro il 2037, contenendo il consumo di suolo e preservando il territorio
Nuovo piano dell’aeroporto Marco Polo
Da 11 a 21 milioni di passeggeri entro il 2037. Sono queste le previsioni di crescita dell’aeroporto Maro Polo di Venezia, il terzo gateway internazionale. Secondo il piano presentato oggi a Palazzo Balbi, da Luca Zaia e da Enrico Marchi, presidente della società che gestisce lo scalo veneziano.
Musica per le orecchie del presidente della giunta regionale veneta che gongola quando snocciola le cifre dell’attuale industria turistica veneta, ossia 18 miliardi di euro l’anno di fatturato e 4,2 % del Pil regionale.
Interventi di potenziamento
Massimizzare l’utilizzo dell’infrastruttura esistente. La pista in uso avrà uso sufficiente fino al 2037.
Luca Zaia, Presidente della Giunta Regionale Veneta: “Questo ampliamento ci permette ancora di più di programmare linee aeree di lungo raggio internazionali, che oggi ancora non abbiamo. Ad esempio su Pechino, su Shangai, piuttosto che altre linee come Tokyo, che possono sempre di più diventare realtà”.
La crescita è ripresa dopo la pandemia, tanto che il traffico è tornato ai livelli del 2019, nonostante il calo degli arrivi dalla Russia e dalla Cina.
Enrico Marchi, Presidente Save Spa: “Si è bloccato il traffico con la Russia, con cui avevamo prima tre collegamenti con Mosca, e lo stesso riguarda il traffico cinese. Ciò nonostante, essere attualmente ad un livello di traffico vicino a quelli del 2019, è per noi molto incoraggiante”.
Per ottenere questi numeri, in 14 anni secondo il Master Plan, saranno investiti 2 miliardi di euro, e aggiunti 100 mila metri quadrati di aeroporto, dai 90 mila attuali. Non si prevede l’edificazione di una seconda pista ma quella secondaria verrà parificata a quella principale, usata come via di rullaggio per i voli, solo in caso di chiusura della pista centrale. Saranno investiti 380 milioni nella sostenibilità.
La bretella diminuirà l’impatto
Luca Zaia, Presidente della Giunta Regionale Veneta: “Ci sarà la Bretella di collegamento ferroviario, perciò non si uscirà dall’aeroporto, ma si avrà direttamente la navetta ferroviaria. Ci sarà un abbattimento del traffico su gomma rispetto a questa modalità”.
Un piano che riguarda lo sviluppo dell’aeroporto di Venezia che punta anche al decentramento, sviluppando Treviso e Verona, e costituisce un modello che rovescia quello a cui si ispiravano gli amministratori nel passato.
Luca Zaia, Presidente della Giunta Regionale Veneta: “Molti anni fa, non l’attuale Save, magari qualcuno coccolava l’idea, nazionale e internazionale, di aggregare per chiudere e fare un centro unico. Oggi si capisce che quello che sembrava un aeroporto marginale da 3,5 milioni di passeggeri, come Treviso e Verona, ci consentirà di di avere servizi di altissimo livello, con un sistema aeroportuale unico”.
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