Mareggiate: “i pezzi di legno non sono rifiuti speciali”

Lungo la costa i gestori delle spiagge non hanno pace dopo il dimezzamento del fatturato durante la stagione e ora sono alle prese con i detriti delle mareggiate e si tratta di legno che il governo fa smaltire al costo di rifiuto speciale

Tornano il maltempo e le mareggiate che inondano le spiagge di detriti, ma non arriva la legge li riconosce come biomasse e non rifiuti speciali.

Alessandro Berton, presidente di UnionMare Veneto, torna sulla proposta di legge da parte della parlamentare sandonatese già approvata dalla Camera, ma ferma in Senato.

Mareggiate

“Ad ogni mareggiata,  le nostre spiagge si riempiono di molti tronchi d’albero, rami e materiale ferroso, portati dalle stesse mareggiate o da altre cause naturali. Così è già accaduto la scorsa settimana con la prima mareggiata. I costi per il loro smaltimento sono notevoli perché ad oggi, vengono considerati rifiuti speciali.

La classificazione di questo materiale è uno di quei problemi che da tempo assillano i concessionari in merito alla pulizia delle battigie.”

Che tipo di rifiuti dovrebbero essere

“Spesso abbiamo a che fare con lo smaltimento di questo materiale legnoso: arbusti o piante trascinate dai fiumi e provenienti dalle montagne. Questo materiale naturale non sarebbe più un rifiuto, considerato speciale  da smaltire,  ma diverrebbe una risorsa per produrre energia pulita.

Diventando biomassa,  questi materiali avrebbero la possibilità di riutilizzo con un considerevole risparmio di costi di gestione per i comuni costieri e si genererebbe energia pulita.

Soprattutto in tempi come questi,  dove le risorse economiche sono ai minimi termini, per i concessionari quanto per i comuni, c’è la necessità di intervenire quanto prima per risolvere il problema dello spiaggiato.

Mi auguro che tutte le istituzioni, ad ogni livello e senza guardare all’appartenenza politica, sappiano fare squadra per cambiare quanto prima lo stato attuale delle cose.” Da qui la richiesta di Unionmare Veneto affinché quanto recuperato sulle spiagge non sia più considerato come rifiuto.

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