Via della Rinascita tra speranza e abbandono
A Marghera, tra via della Rinascita e via del Lavoratore, si estende un’area che sembra sospesa nel tempo: 200 alloggi ristrutturati e vuoti, finestre murate ai primi piani, e un silenzio che contrasta con il nome evocativo della strada.
Questo angolo della città, affacciato su Ca’ Emiliani, una delle zone più difficili della storia del rione, racconta una contraddizione dolorosa: da un lato l’impegno di riqualificazione urbana, dall’altro il fallimento nel rispondere ai bisogni abitativi e sociali del territorio.
Negli ultimi sette anni, gli alloggi ristrutturati sono diventati terreno fertile per occupazioni abusive e sgomberi. Una spirale che, invece di risolvere il problema, ha alimentato il degrado e l’insicurezza. Oggi, questo scenario di case vuote e sguardi diffidenti attira le attenzioni delle associazioni locali, preoccupate per le conseguenze di un abbandono prolungato.
Sette anni di insicurezza e degrado
Le istituzioni promettono soluzioni. Simone Venturini, assessore alle politiche per la residenza del Comune di Venezia, ha dichiarato al Gazzettino che entro un anno gli alloggi saranno assegnati o riassegnati, mentre altri trenta saranno consegnati entro il 2025.
Ma resta un’incognita fondamentale: quando si interverrà per far rivivere via della Rinascita e trasformare questo luogo in uno spazio di vita e comunità?
Per un futuro migliore
Le associazioni di Marghera sottolineano che la rigenerazione di questo quartiere non può limitarsi alla mera assegnazione degli alloggi. È necessario ricostruire un tessuto sociale che dia dignità e sicurezza a chi vive qui. Le case, infatti, sono solo una parte della soluzione: per ripartire davvero servono servizi, spazi di aggregazione, progetti che coinvolgano attivamente la cittadinanza.
Via della Rinascita, per ora, resta un simbolo amaro. Ma c’è ancora speranza che possa diventare il punto di partenza per una vera rinascita, non solo urbanistica, ma anche umana. La città di Venezia ha davanti a sé una sfida importante: rispondere al disagio con azioni concrete e ridare vita a un luogo che ha già dato troppo al degrado.
GUARDA ANCHE: Veneto, pronto soccorso: oltre il 70% di codici impropri