Marghera, sit-in sabato contro il “Miglio della Droga”

Sabato 30 novembre alle 12.00 in Piazzale Giovannacci il sit-in di Marghera libera e pensante contro il degrado del "Miglio della Droga" e l'allarme sicurezza che caratterizza la zona

Il “Miglio della Droga”: una ferita aperta a Marghera.

Il caso Van Koxha

Marghera è ormai tristemente nota per il “Miglio della Droga”, un tratto che si estende da Corso del Popolo fino al centro cittadino, dove degrado e criminalità hanno trasformato la zona in un territorio di paura.

Gli eventi recenti non fanno che aggravare una situazione già critica: l’omicidio del cittadino albanese Van Koxha in via Rizzardi è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di violenze. Secondo le prime indagini, il delitto potrebbe essere legato alla lotta tra bande per il controllo del territorio, forse per attività illecite come lo spaccio.

Alla resa dei conti, avvenuta in una via senza telecamere, erano presenti otto persone: quattro macedoni e quattro albanesi. Due macedoni sono stati fermati, ma continuano a negare l’omicidio, mentre la polizia cerca ancora i fuggitivi. I caselli autostradali e le foto segnaletiche di alcuni sospettati potrebbero aiutare a fare luce su questo episodio.

Il problema del “Miglio della Droga”

Ma il problema non si esaurisce qui. Il “Miglio della Droga” è sinonimo di insicurezza anche di giorno: tossicodipendenti, pusher e senzatetto affollano le strade, e gli abitanti si sentono abbandonati.

Manuel Basso, rappresentante dell’associazione “Marghera libera e pensante”, denuncia una realtà soffocante: “Non c’è solo buio, ma mancanza di servizi. Trasporti insufficienti, sottopassi pericolosi e spazi pubblici degradati rendono la situazione insostenibile.”

La lotta per il cambiamento

In risposta, l’associazione sta organizzando un sit-in sabato 30 novembre alle 12.00 in Piazzale Giovannacci per chiedere interventi concreti: più trasporti notturni, riqualificazione dei sottopassi e attenzione agli spazi abbandonati.

Accanto alla protesta, si promuovono azioni concrete, come pulizie e attività per trasformare i giardini di Sant’Antonio da simbolo di abbandono a luogo di incontro e comunità.

Il “Miglio della Droga” è una ferita profonda, ma la determinazione di associazioni e cittadini dimostra che il cambiamento è possibile. Serve però un impegno collettivo: la rinascita di Marghera è una sfida che nessuno può permettersi di ignorare.

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