Patrizio Baroni conduce una nuova puntata di: Stanno Facendo un 48. Quale sarà il futuro di Venezia? Quale sarà il suo ruolo? E che prospettive ha? A queste domande risponderanno gli ospiti: Marino Masiero, e Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi CGIA di Mestre.
Quelli che dovrebbero ascoltarti non ascoltano te ma amici e parenti. É solo una sensazione mia o è un vizio della città di Venezia, Marino Masiero?
“La domanda è assolutamente pertinente in un ragionamento di visione, di cosa vogliamo diventare “da grandi”. Se è vero che la pandemia ha messo in difficoltà tutti, è anche vero che dobbiamo pensare a riprendere a correre. Quindi in questo ragionamento, anche per quanto riguarda i fondi europei, dobbiamo avere una linea da seguire. Io direi che non sono pessimista.
Sicuramente ci sono delle scorciatoie che vengono consolidate, ma, dall’altra parte, il dinamismo veneto distraggono i nostri amministratori, concentrati sulle attività che vincono da sempre. Fanno fatica a dare fiducia ai giovani, a credere in un qualche cosa dove si rischia. I veneziani insegnano che il rischio fa parte della quotidianità e la venezianità insegna che i giovani avevano un grande spazio. Su questa questione va fatta una riflessione profonda. Il dinamismo deve essere messo a frutto.
Quando mi sono trasferito a Rodi Garganico ho trovato un’amministrazione comunale e regionale eccellenti, che dà spazio e fa mettere in pratica. Ho trovato una strada da seguire. Volevo dare alcuni dati. Nel nono rapporto sull’economia del mare, le prime 5 provincie per incidenza percentuale di imprese dell’economia del mare sul totale delle imprese sono: La Spezia, Rimini, Livorno, Trieste e Venezia. Questo per dare un’idea del fatto di quanto conta la Blue economy e di quanto può investirci Venezia. Possiamo comprendere allora quanto valore abbiamo e che non riusciamo effettivamente a mettere a fuoco.
Abbiamo delle infrastrutture eccellenti, siamo il pontile sul mediterraneo, ma non guardiamo al mare. Il nostro oro sta sulle coste. Abbiamo un turismo costiero che non sa fare squadra, siamo molto territoriali anche se abbiamo degli ottimi imprenditori individuali. Il ragionamento da fare sulle fasce costiere è molto importante e effettivamente manca. Speriamo di arrivare alla fine del 2021 con un sistema collegato”.