Bisogna investire maggiormente su una formazione di tipo artigiano
Paolo Dalla Vecchia: “Ritieni che possa essere pensato un progetto più ampio interdisciplinare, che veda anche l’intervento di fondi del PNRR, sul passaggio generazionale? Perché molti artigiani si trovano anche in tarda età a dover tirare avanti un’impresa senza poter individuare a chi trasferire le loro grandi competenze”.
Matteo Masat: “Sono molto positivo, perché mi accorgo che c’è voglia di artigianato. Stiamo vivendo un po’ un rinascimento di quella cultura corretta delle cose ben fatte e l’unicità del fatto su misura, del fatto bene, del fatto con mani che sanno fare. Non c’è più quella cultura forse di 30-40 anni fa dove si andava sullo standardizzato. Mancano un po’ le scuole per poterlo fare; ci dovrebbe essere un investimento molto maggiore su questo tipo di formazione, perché investire su questo tipo di formazione cambia anche culturalmente l’approccio”.
Le nuove tecnologie possono rivalorizzare l’artigianato
“Il problema dell’artigiano è che fino a poco tempo fa, quando un ragazzo pensava al lavoro artigiano, se lo immaginava in bottega chiuso, in penombra a Venezia, con le mani sporche, a lavorare su un qualcosa. Allora, io sono positivo perché non è più così: le nuove tecnologie stanno entrando nel mondo dell’artigianato, non tolgono affatto le capacità del saper fare, anzi le aiutano.
Noi stiamo portando avanti dei progetti di prototipazione 3D con tecnologie molto avanzate, ad ausilio di artigianalità pura. Quindi, fare i prototipi dei lampadari, oppure dei pavimenti alla veneziana, con simulazioni 3D per poterlo gestire sui clienti. Ma anche se pensiamo all’artigianato non artistico, quello che può essere anche la tecnologia edilizia, i droni, l’edilizia acrobatica, oppure gli impiantisti, schemi 3D, simulazioni olografiche per vedere gli impianti delle caldaie e aggiustarli sul posto.
C’è un mondo in completa evoluzione; queste nuove tecnologie possono essere veramente il viatico, la strada corretta per tornare a valorizzare quell’artigianato che, nell’immaginario collettivo, è stato un po’ perso”.
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