Venezia Cambia

Matteo Masat: come salvaguardare l’artigianato?

Matteo Masat "Il turismo è prezioso, ma rende meno vivibile la città di Venezia"

Matteo Masat parla dei problemi che affliggono l’artigianato veneziano, tra turismo, spopolamento e cambiamenti nel mercato.

L’importanza dell’artigianato a Venezia

Paolo Dalla Vecchia: “Vorrei chiederti una prima riflessione sul tema del cambiamento da un’altra prospettiva. Cambiamento necessario inteso come reazione di resilienza per preservare l’antica tradizione dell’artigianato di Venezia. Quali sono i nodi più importanti da sciogliere ed affrontare secondo te per evitare che il cambiamento del tessuto economico si trasformi in uno sradicamento della storia artigiana di Venezia, che è una storia secolare?”

Matteo Masat: “Se ne parla moltissimo. È un tema d’attualità questo soprattutto perché riguarda proprio il centro storico. Collocandoci all’interno di Venezia e del centro storico noi sappiamo benissimo la città è basata quasi esclusivamente sul turismo. Il turista è preziosissimo ovviamente per l’economia della città. Viene a vedere Venezia perché è Venezia, per la bellezza di Venezia, per l’unicità di Venezia, ma anche perché Venezia è simbolo di artigianalità dall’epoca della Serenissima.

Può contare sui maggiori artigiani e la conoscenza di saper fare a regola d’arte e bene come poche altre città in Italia. Nello specifico, penso agli orefici, si vetrai, all’artigianato di restauro e a migliaia di maestranze che in epoche, dal 1700 in avanti, hanno tramandato questa capacità incredibile di saper fare le cose e farle a regola d’arte notevole. Quindi Venezia è il simbolo di questa cosa”.

Lo spopolamento affossa la capacità di tramandarsi alla generazione successiva

“Ovviamente è di attualità che questo si sta un po’ perdendo. I motivi dobbiamo ricercarli ad anni addietro: l’economia del turismo è fondamentale e porta ricchezza, ma sta anche creando dei problemi alla città nel senso che la rende meno vivibile. Lo spopolamento è su tutti i giornali: adesso siamo attorno ai 50 mila abitanti e si partiva da 170 mila. L’abitante ha bisogno di una struttura cittadina, che preveda anche determinate comodità. Ha bisogno dell’artigiano che gli aggiusti la cosa in casa, di un clima cittadino che stiamo perdendo.

Questa cultura monotematica del turismo sta un po’ affossando, diciamo, quella che era la capacità di una volta di tutti gli artigiani veneziani di poter tramandarsi di generazione in generazione questo tipo di capacità. Ci sono alcuni settori che resistono benissimo, nel senso che hanno una capacità di resilienza notevole, quindi si sono reinventati e hanno trovato mercati diversi.

Altri settori soffrono molto di più. Una volta Venezia era considerata in tutto il mondo per le loro maestranze. Gli artigiani veneziani venivano mandati in tutta Europa per poter fare determinati tipi di lavori. Ecco, adesso questa cosa è molto cambiata”.

Tra le difficoltà un settore che resiste: il vetro di Murano

“Ci sono alcune alcune settori che continuano ad essere così, il vetro è uno di questi per esempio. Il vetro di Murano è un comparto fondamentale, che da centinaia d’anni è orgoglio della città. Ma che ha sofferto moltissimo, perché è cambiato completamente il mercato di vetro di Murano. Soffre di una concorrenza sleale notevolissima: tutta la parte del vetro falso, che viene venduto come prodotto a Murano fa soffrire il settore.

Si stima che oltre il 50% del vetro che viene venduto in centro storico non sia di Murano. Però hanno saputo reinventarsi, hanno stimolato un mercato verso l’estero, sono riusciti, grazie alle loro capacità, a trasformare le loro piccole imprese in qualcosa di più strutturato. Confartigianato ne ha al suo interno circa una cinquantina del settore vetro-artistico. Ed ora c’è una nuova sfida e ha un nome importante che è il passaggio generazionale”.

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