Maurizio Franceschi, direttore della Confesercenti del Veneto, ci ha parlato delle misure per la distribuzione dei ristori, il futuro delle aziende venete e l’importanza, per queste, di rinnovarsi in un mercato elettronico sempre più importante.
La distribuzione dei ristori deve essere rapida e seguire il fatturato
“L’esperienza ci dice che la suddivisione delle regioni per zone, anche dal punto di vista dei ristori, è una modalità che va superata. Abbiamo chiesto al governo che, nel decreto che dovrà essere emanato a breve, i criteri per la distribuzione dei ristori seguano dei requisiti. Fra questi sicuramente la velocità e la semplicità. Il tempo di distribuzione è fondamentale per la sopravvivenza di alcune attività.
Si deve superare la modalità delle zone e seguire la linea del fatturato 2019/2020, indipendentemente dai codice Ateco e dalla zona in cui si trova”. Queste le parole di Maurizio Franceschi, presidente della Confesercenti del Veneto.
A supporto di quanto affermato, il direttore ricorda inoltre come i pubblici esercizi nell’anno 2020 sono stati chiusi per 160 giorni e i giorni che non sono stati chiusi hanno avuto un’attività marginale, quasi nulla. Per Venezia inoltre la situazione è maggiormente grave in quanto, a differenza di altre città, non ha abitanti che contribuiscano alla crescita di fatturato.
La limitazione degli spostamenti pesa molto sulle attività economiche
Interrogato sulla condizione attuale degli esercenti, Maurizio Franceschi afferma che “Nel commercio di oggi i consumi seguono molto la mobilità dei cittadini. I consumi non avvengono nel luogo in cui risiedono e le limitazioni per gli spostamenti pesano molto per le imprese dell’artigianato, del consumo e del commercio”.
“La situazione è drammatica, è sotto agli occhi di tutti. Lo confermano anche i dati economici. Sicuramente molte imprese chiuderanno e falliranno. Il loro futuro e la loro capacità di resistere alle difficoltà dipende dal Governo che deve intervenire in tempo con i ristori. Dall’altra parte ci si augura che la procedura dei vaccini ci porti in autunno in una condizione che permetta alle imprese di tornare a lavorare. “.
Dobbiamo lavorare sulla conversione in un mercato elettronico
Afferma poi la necessità, da parte del Governo, di provvedimenti di accompagnamento per gli imprenditori che non saranno in grado di reggere questa condizione nel tempo. E sul futuro delle realtà commerciali ribadisce: “Da questa pandemia abbiamo capito che è necessario adesso lavorare nell’innovazione, nella direzione del commercio elettronico. Questo, se gestito correttamente, dovrà contribuire al rilancio delle città e del loro commercio. Noi, come associazione, in questa ottica di innovazione, siamo pronti a dare il supporto necessario alle imprese”.
Negozi e spazi inutilizzati occasione per esposizioni artistiche e culturali
“Già da alcuni anni, la Confesercenti aveva avanzato delle proposte a riguardo dello sfruttamento degli immobili e degli spazi vuoti, mossi dal tentativo di non far cadere questi luoghi nel degrado. Era stato proposto di renderli disponibili ad accogliere esposizioni artistiche, attività culturali oppure Start-Up. Sarebbe un modo per offrire ai giovani ad esempio, la possibilità di arricchire l’immagine della città e togliere l’immagine di degrado che i negozi chiusi danno”. Conclude così il direttore della Confesercenti del Veneto.