Stanno Facendo un 48

Maurizio Franchini: “abbiamo combattuto a mani nude”

Il vice primario del Covid Hospital di Jesolo Maurizio Franchini racconta la prima e la seconda ondata. "Potrebbero arrivare altre varianti".

Covid, che cosa non ha funzionato? Questo è l’argomento della prima puntata di “Stanno Facendo un ’48″, trasmissione condotta da Patrizio Baroni. In questo video parla il dottor Maurizio Franchini, responsabile del covid hospital di Jesolo  che racconta della prima e della seconda ondata.

Parla Maurizio Franchini, Responsabile del Covid Hospital di Jesolo

“La prima ondata ci ha trovato impreparati, l’ultima era stata la spagnola cento anni fa” spiega l’immunologo e allergologo Franchini, vice primario del Covid Hospital di Jesolo. “Abbiamo combattuto a mani nude, ci mancavano i dispositivi di protezione individuale. Abbiamo avuto più di 400 morti in ambito sanitario”.

“In quel primo periodo abbiamo vissuto da una parte il timore di ammalarci e di portare la malattia a casa ai nostri affetti. Dall’altra eravamo molto coinvolti dal punto di vista psicologico per capire questi pazienti. Noi nei primi mesi ne abbiamo avuti 200 in totale. Eravamo gli unici che potessero stargli vicino, non c’era nessuna possibilità di contatto con i propri familiari”. GUARDA ANCHE: Luciano Lamarca: il piano pandemico non era sufficiente

La seconda ondata

“La seconda ondata ce l’ aspettavamo, ma non con i numeri superiori alla prima. Siamo arrivati a un picco di 85 posti letti occupati, che sono tanti per un covid hospital che copre solo il Veneto orientale. Non esiste ancora una terapia specifica, ne utilizziamo varie, i cardini fondamentali sono cortisone, eparina e un antivirale.

Abbiamo accolto le terapie che avevano fatto in Cina, scoprendo poi che alcune di quelle che usavano nella prima ondata non funzionavano così bene, e poi abbiamo visto che altre funzionavano meglio”.

Le varianti del virus

“Non ne usciamo per vari fattori, fare delle analisi in questo momento, in cui siamo ancora nel pieno della pandemia, non ha senso. Speriamo che con i vaccini si riesca a ridurre questa pandemia, ma in realtà non sappiamo ancora bene a che punto siamo”.

“Sono fattori che non riusciamo a controllare e sono molteplici. Ci sono le varianti, per cui anche chi è stato infettato o vaccinato potrebbe non essere totalmente coperto, stiamo cercando di capire anche questo, quanto i vaccini possano proteggerci dalle varianti. È possibile che vengono fuori ancora varianti, i virus sono così, è la loro evoluzione naturale. Però, a fronte di una variante che non sia coperta dal precedente vaccino, nel giro di un mese possiamo modificarla e avere un nuovo vaccino già pronto”.

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