Nella decorsa nottata, in San Donà di Piave (VE), militari del Nucleo Operativo e Radiomobile del Comando Compagnia Carabinieri di San Donà di Piave, hanno tratto in arresto per “Resistenza a Pubblico Ufficiale e Rissa” i sottonotati cittadini nigeriani di 27, 29 e 30 anni. In particolare, i predetti alle ore 22:30 circa del 29 dicembre, presso il negozio di Via Sabbioni, si sono affrontati, apparentemente per futili motivi, creando una maxi rissa tra di loro, mediante l’utilizzo di una bottiglia in vetro rotta ed un carrello del tipo portapacchi.
Maxi rissa tra nigeriani
I militari intervenuti, notavano all’esterno del negozio un gruppo di cittadini nigeriani che discutevano animatamente tra di loro e, una volta avvicinatosi per calmare gli animi e chiarire cosa stesse accadendo, notavano che uno di questi presentava una ferita al volto e che, a suo dire, gli era stata procurata poco prima all’interno del locale durante una rissa tra i quali uno dei predetti lo avrebbe colpito con una bottiglia rotta e l’altro con dei pugni.
Ad un certo punto, mentre i militari stavano parlando con i citati nigeriani per cercare di chiarire l’episodio, questi hanno iniziato nuovamente a litigare vistosamente tra di loro ed uno di questi, mentre i militari cercavano di dividerli, prendeva il carrello del tipo porta pacchi brandendolo in aria e, con fare minaccioso ha cercato di scagliarsi verso gli altri due ed i militari stessi, i quali prontamente, al fine di evitare ulteriori conseguenze, utilizzavano nei suoi confronti, per farlo desistere, lo “spray anti aggressione” in dotazione all’Arma.
A questo punto, gli altri due venivano nuovamente alle mani tra di loro e mentre cercavano di scagliarsi anche contro i militari intervenuti nuovamente a separarli, anche loro venivano fatti desistere nei loro intenti mediante l’utilizzo dello “spray anti aggressione”. Una volta calmati, i tre cittadini nigeriani, venivano fatti visitare presso il locale Pronto Soccorso a causa delle lesioni riportate durante le risse scaturite tra di loro e giudicate guaribili tra i 5 e 10 giorni e successivamente venivano dichiarati in stato d’arresto.