La controversia tra Giorgia Meloni e Luciano Canfora
Le parole di Mazzaro: “Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, ha querelato il professor Luciano Canfora, 82 anni di Bari. La decisione è stata presa perché, parlando in una conferenza di una scuola, ha detto che lei è neonazista nell’anima. Canfora è un filologo, cioè è uno storico che dovrebbe adoperare le parole giuste per mestiere, e, invece, qui le parole sono state completamente sbagliate, dice l’avvocato della Meloni. Sono parole che hanno offeso, anzi, fatto soffrire la Meloni e, per questo dolore, lui chiede 20 mila euro di danni.”
“Vedremo come deciderà il giudice, però una cosa va aggiunta subito. Canfora parlava nel 2022, quando Giorgia Meloni non era ancora Presidente del Consiglio, era solo segretaria del partito Fratelli d’Italia. Oggi, Giorgia Meloni è Presidente del Consiglio, cioè è la persona che ha più potere in assoluto in Italia.”
“Questa situazione cambia l’impianto o lo lascia come prima? Secondo me cambia completamente l’impianto. Siamo di fronte alla solita faccenda della persona che occupa un posto pubblico per elezione e che replica alle critiche, per quanto aspre, trascinando l’interlocutore davanti al giudice, invece di replicare, per quanto in modo aspro anche lei, come chiederebbe la democrazia. Io non ho mai capito perché una persona che occupa un posto pubblico per elezione debba replicare a una critica, anche se aspra, portando l’interlocutore davanti al giudice.”
Le riflessioni di Mazzaro sulla disparità nel sistema legale
Continua: “Dovremmo essere in tanti a non capirlo. Cosa dovrebbe fare un oppositore o uno che ha una critica da fare? Procurarsi un avvocato in anticipo? Questa situazione qui non riguarda soltanto la Meloni e Canfora o Roma e Bari, riguarda tutto il paese, riguarda anche il Veneto. Noi, per non andar lontano, abbiamo il Presidente della regione che ha il 75% di consenso, però ha anche la querela facile e non sempre vince, anzi, spesso perde e non lo dice peraltro.”
“Comunque, a proposito di avvocati, bisogna anche osservare che la persona potente che occupa posti pubblici e che querela per replicare una critica, si fa rappresentare, di solito, da un avvocato pagato dall’ente pubblico, quindi pagato con le tasse di tutti i cittadini. Tra i cittadini, ovviamente, vi è anche quello che viene querelato che, invece, deve trovarsi un avvocato lui pagandolo con i soldi delle sue tasche. Per prima cosa gli deve dare €1000 per la Costituzione, se bastano. Sono soldi che non gli verranno mai più restituiti. Qui è evidente che la disparità è totale.”
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