“Due notizie mi hanno colpito questa settimana.” Esordisce Renzo Mazzaro
Gli ubriachi al volante, il punto di Mazzaro
La prima sono gli ubriachi alla guida in Veneto. Il dato che cito si riferisce a Treviso, però Treviso è una cartina di tornasole importante per il Veneto.
Sabato e domenica scorsi, la polizia stradale del Veneto ha ritirato cinque patenti per guida in stato di ebbrezza. Una era di un ungarese di 40 anni che vive e lavora qui e tre o quattro di cittadini veneti sotto i trent’anni. Guida in stato di ebbrezza vuol dire che hai nel sangue più del triplo del limite consentito del tasso alcolico consentito, cioé ti sembra di essere lucido, ma non è vero. Ti sembra di avere le azioni opportune e invece sono lente, hai una soglia dell’attenzione più bassa.
Se vuoi andare nel fosso o all’altro mondo, accomodati pure, ma il problema è che quando succedono questi incidenti, chi va all’altro mondo è gente che non c’entra nulla, che si trova lì per caso. Tutto questo non è accettabile. Non si può andare a divertirsi il sabato sera e non tornare più. O ancora, di tornare con una imputazione di omicidio stradale, che vuol dire galera per anni e un rimorso e un ricordo che non ti abbandonerà più, per tutta la vita.”
Le morti bianche
“La seconda notizia riguarda i morti sul lavoro. In otto mesi in Italia ci sono stati 677 incidenti mortali sul lavoro, vuol dire che ci sono ogni giorno 3 persone che muoiono. Nel Veneto questa media vuol dire una persona ogni due giorni e mezzo. Erano uomini e donne che andavano a lavorare, non al fronte, non in guerra in Ucraina.
Hanno salutato i famigliari alla mattina convinti di ritrovarsi a pranzo, a mezzogiorno o di tornare la sera, invece quello è stato l’ultimo saluto che si sono dati. Queste morti gratuite, secondo me, ci chiamano a coinvolgerci, perché siamo coinvolti. In qualche modo dobbiamo sentirci responsabili noi che confiniamo vicini di chi al lavoro lo fa facile, vicini di chi, nel tempo libero, se la prende allegramente, senza pensarci tanto. Vicini di queste persone.
Vero che c’è un destino, ci sono dei popoli che pensano che tutto quello che ci capita è scritto nelle stelle, è determinato da una divinità superiore e l’uomo no può farci niente. Io invece ricordo che noi siamo un popolo che duemila anni fa ha partorito un detto che dice: “Ognuno costruisce il suo destino”. cerchiamo di ricordarlo a chi se n’è dimenticato” ha concluso Renzo Mazzaro.
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