Mancano medici nel Veneto Orientale e si muovono i sindacati. Il 9 maggio ci sarà un incontro tra il Direttore dell’ULSS 4, Mauro Filippi, e la CGL. I numeri indicati dalla Direzione Sanitaria di San Donà fanno tremare i polsi. Mancano 500 persone in organico, su oltre 3 mila operatori. Ossia 170 dirigenti, 80 amministrativi e 240 tra varie figure. Simile carenze non nascono da un giorno all’altro, attacca la CGL. Ci si chiede come mai la direzione abbia fatto passare mesi per assumere gli idonei passati ai concorsi.
Medici cercasi
Le carenze ci sono ovunque nel Veneto e anche a Venezia. La rispettiva denuncia è del Presidente dell’Ordine dei Medici Ospedalieri di Venezia, Giovanni Leoni.
Giovanni Leoni, Presidente Omceo – Ordine dei Medici di Venezia: “Sono 69 i medici di generale carenti nell’area del veneziano. Più stabile la situazione per impiegati di libera scelta, ma mancano anche medici anche per quanto riguarda la guardia medica e la continuità assistenziale. Si è interrotta la normale evoluzione tra inserimento di nuovi colleghi e curva pensionistica, che è all’apice in questi ultimi anni”.
Inserimento e curva pensionistica
Insomma le carenze hanno radici ben profonde ma ora bisogna pensare alle soluzioni. Per il momento si potranno soltanto tamponare i posti vacanti, aumentando l’età pensionabile fino a 72 anni, per i medici che accettano di continuare la loro attività, propone Leoni, e soprattutto aumentare il numero di assistiti per i medici di base da 1500 a 1800. Ma in questo caso il medico di famiglia non può essere lasciato solo.
Giovanni Leoni: “Si deve avere un supporto, con 1800 iscritti, in quanto il 40% dei medici attualmente lavora ancora da solo. Diventa indispensabile avere un infermiere, un collaboratore, un amministrativo o un’altra figura di studio, che possa svolgere tutte le pratiche burocratiche che sono ormai arrivate all’80% del lavoro del medico nel territorio”.
Nuove farmacie
Sono proposte avanzate in questi giorni dal Direttore Regionale della Sanità Veneta, Massimo Annicchiarico, di coinvolgere maggiormente i farmacisti. L’ordine dei medici apre spiragli soltanto per la raccolta dei dati.
Giovanni Leoni: “Per quanto riguarda le nuove possibilità per le farmacie, le cosiddette farmacie dei servizi, chiaramente vanno inserite in un contesto di assistenza. Un contesto globalizzato e concordato con quelle che sono le rappresentanze dei medici e dei farmacisti sotto l’egida regionale. Queste non sono assolutamente sostitutive dell’attività del medico di famiglia”.
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