Medici di famiglia in agitazione nel Veneto dopo le visite a lume di candela di dicembre e il raggiungimento di una tregua con la regione, torna la tensione tra la categoria e la giunta. I mesi di gennaio e febbraio sarebbero passati inutilmente: la F.I.M.M.G. parla di rapporti interrotti e di colpevole mancanza di programmazione regionale. All’orizzonte si profila la perdita di altri medici di base.
La privatizzazione dei medici di famiglia
Secondo la categoria è in atto la tendenza a privatizzare il servizio in vista della realizzazione dell’autonomia differenziata. Ci sarebbe il progetto di modificare il ruolo giuridico del medico territoriale per consentire la sua assunzione a soggetti privati.
In questo momento, rivela in una nota il Presidente regionale della F.I.M.M.G. Maurizio Scassola, c’è una fuoriuscita di medici dal servizio pubblico e un ingresso nell’attività libero-professionale perchè i camici bianchi si sentono poco valorizzati e devono affrontare carichi di lavoro insostenibili.
Le parole di Maurizio Scassola
“La situazione si va deteriorando sempre più”, denuncia Scassola “perchè le sedi del servizio di Guardia Medica vengono accorpate, privando interi territori di assistenza notturna, prefestiva e festiva ed usando i fondi che avanzano per pagare i liberi contratti dei medici del servizio di pronto soccorso.”
Inoltre, l’informatizzazione e il fascicolo sanitario elettronico, che potrebbero alleggerire il lavoro del medico di famiglia, si sono incagliati. I medici da oggi annunciano una nuova stagione di incontri con associazioni di pazienti e soprattutto con i sindaci.
Leggi anche: Medici di base: “la svolta o l’estinzione”