Le Usca, Unità Speciali di Continuità Assistenziale, ossia i medici neo laureati o specializzandi messi a fare da cuscinetto tra i medici di base e i pazienti covid sono oltre 500 in tutto il Veneto e sono una potenza di fuoco. A dirlo è la responsabile di queste nuove squadre istituite per decreto legge La dottoressa Maria Cristina Ghiotto
Le dichiarazioni di Christina Ghiotto sulle Usca
“L’abbiamo scritto anche nel nostro piano socio-sanitario e lo ribadiamo sempre che mantenere le persone nel proprio ambiente di vita è un obiettivo qualificante. Prima dell’emergenza coprivamo il 7,7% degli ultra sessantacinquenni con una presa in carico domiciliare, mentre il dato nazionale si attesta sul 1,88%.
Quindi vedete effettivamente il nostro modello di cure domiciliari è forte e va riconosciuto”. Inizia così Christina Ghiotto, Direttrice cure primarie Usca Veneto.
Il ringraziamento ai medici e infermieri
“Vanno ringraziati tutti quegli infermieri che ovviamente si adoperano perché questo sia tale. Le usca che nascono dal decreto legge del 9 marzo e che nascono come Unità speciali di continuità assistenziale. I
l loro ruolo era quello di andare a garantire assistenza a pazienti covid che non necessitavano di ricovero ospedaliero. Vanno sia a domicilio, quando la persona sta a casa propria, sia ovviamente nelle strutture residenziali”.
I meriti delle Usca in Veneto
“Questo è un aspetto qualificante che differenzia il nostro modello da quanto è previsto dalla normativa nazionale. Abbiamo chiesto alle aziende, nel momento in cui costituiscono un’Usca che ad ogni medico di medicina generale sia collegata un’Usca. Le Usca lavorano con anche con gli infermieri delle cure domiciliari. Abbiamo in incaricati attualmente 517 medici.
Sono attive dalle 8 alle 20 di ogni giorno nei 7 giorni della settimana. È se noi avessimo, sempre ogni giorno, 180 medici lì presenti sempre in attività. Guardate che è una potenza di fuoco questa sul territorio”. Conclude Christina Ghiotto, Direttrice cure primarie del Veneto.