Una vicenda dai retroscena drammatici quella della piccola di otto anni che si trova da due in comunità e che ora ha una madre in fin di vita nel reparto grandi ustionati di Padova. dopo aver tentato di suicidarsi ieri a Mestre davanti alla sede del tribunale dei minori.
Il padre
Il padre, un ex funzionario comunale trevigiano in pensione di 69 anni, ha dichiarato di essere disposto a chiedere l’affidamento delle bambina se la madre dovesse mancare. Finora gliene è mancato il coraggio, ha spiegato il legale ai giornalisti, perché ha paura della madre.
La madre
La donna, 49 anni di nazionalità marocchina, soffre, secondo quanto accertato dai sanitari di disturbo della personalità .
Lei e il padre si sono conosciuti quando faceva la domestica per lui e la moglie, e dalla relazione clandestina ne è nata la piccola. Madre e figlia hanno vissuto assieme fino al 2017, quando il tribunale ha deciso di toglierle l’affidamento e il padre di riconoscerla.
Le indagini
La donna in quell’anno aveva denunciato gli operai che avevano eseguito il suo trasloco da Mestre a Padova accusandoli di aver violentato la figlia. Le indagini hanno rivelato che si trattava di un’invenzione e da qui è scattato il provvedimento dei giudici. La piccola venne inserita in una comunità protetta, e col tempo alla madre venne anche vietato di andarla a trovare.
Il fatto a Mestre
L’uomo si difende per la sua assenza come padre sostenendo che negli ultimi due anni l’ha denunciata quattro volte per stalking, avendola trovata a casa e nell’attività dei suoi figli. Avendo ricevuto centinaia di messaggi e telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte, Sarebbe arrivata spogliarsi di fronte al suo avvocato e a minacciarlo di morte.
“Se avessi avuto la bambina con me non mi avrebbe mai lasciato in pace”. E’ la spiegazione sconcertante dell’uomo.