È soprattutto sul cavalcavia di Mestre, e in particolare sul tratto della rampa Rizzardi, che punta il dito nella sua perizia il super tecnico incaricato dalla Procura di Venezia Placido Migliorino.
La perizia di Migliorino e le cause dell’incidente
Placido Migliorino un uomo che si è guadagnato la stima con l’estremo rigore con cui ha analizzato anche i resti del ponte di Genova crollato. Lui ha usato la stessa efficienza anche per valutare l’infrastruttura di Mestre dopo l’incidente che ha causato la morte di 21 persone.
A pochi giorni dall’annuncio che le perizie sono state depositate presso la Procura ora ne trapelano i contenuti.
Il perno dello sterzo del bus, secondo i periti, si è rotto 20 millesimi di secondo prima dell’urto. Una rottura inspiegabile in un mezzo con appena 17.000 km, che sarà valutata durante il processo.
Ma il buco nel guard rail che ha fornito il varco al bus per incunearsi e avere ragione della barriera già più bassa e vetusta di quello che avrebbe dovuto essere, ma che per 50 metri aveva resistito.
Le responsabilità
Migliorino non cita soltanto il Comune di Venezia, ma anche Anas, CAV, Regione e Ministero dei Trasporti.
Anas perché il progetto originale del 1960 prevedeva barriere senza soluzione di continuità. Eppure c’era un’interruzione, un errore che aveva corretto anche il Comune di Venezia nel progetto di messa in sicurezza, che prevedeva barriere continua. I lavori per l’adeguamento erano cominciati al momento dell’incidente, ma purtroppo erano ancora in fase iniziale e non hanno fatto a tempo ad impedire la strage.
Per Migliorino, poi, la rampa Rizzardi dal 1963 ad oggi ha cominciato a contare sempre più con l’aumento delle auto che, dal cavalcavia, raggiungevano la tangenziale l’A4 e viceversa. Il transito dei mezzi leggeri è aumentato del 560 % e quello dei mezzi pesanti addirittura del 772%. Dunque la rampa necessitava di particolare attenzione.
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