Le cause dell’incidente del bus a Mestre
Lo ha reso noto oggi il Procuratore Capo di Venezia, Bruno Cherchi, che ha convocato i giornalisti per rendere noti gli esiti delle perizie. Dall’indagine dei tecnici è emerso che l’incidente è stato causato dalla rottura di un perno destro ammalorato e, quindi, del giunto che collega lo sterzo.
Il mezzo è diventato, dunque, ingovernabile e a quel punto soltanto una barriera solida avrebbe potuto reggere il peso del bus. E forse avrebbe potuto salvare le 21 vittime. Invece, lo sterno si è rotto e, in concomitanza, il tratto di strada percorso dal cavalcavia aveva barriere vetuste e carenti di manutenzione. Anche queste due notizie sono il frutto delle analisi dei periti.
Gli indagati per la strage del cavalcavia Rizzardi
Al momento sono indagati tre funzionari del comune di Venezia e l’amministratore delegato dell’azienda di trasporto “La Linea”. Il Procuratore ha parlato all’indomani della rimozione del tratto di guard rail contro cui aveva sbattuto il bus e le operazioni sono avvenute in presenza del super tecnico Placido Migliorino sul cavalcavia.
Ora, concluse le perizie, la battaglia legale si concentrerà sul guasto tecnico del mezzo e sulle barriere inadeguate. L’ipotesi di un malore dell’autista era già stata esclusa da una perizia il 26 gennaio scorso, in cui era stato stabilito che Rizzotto era morto per il violentissimo impatto seguito alla caduta del bus.
L’autista aveva un problema di ostruzione delle coronarie asintomatico, di cui probabilmente non era conscio, ma non tale da causarne il decesso. Questo, invece, è avvenuto per sfondamento cranico causato dal colpo subito dopo la caduta da 10 metri d’altezza.
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