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Mestre, risse tra i passanti: si indaga sui Casamonica

Le risse a Mestre stanno aumentando, con episodi di violenza che coinvolgono gruppi numerosi. Le autorità intensificano i controlli per contenere il clima di tensione crescente

La città di Mestre è scossa da una serie di risse e atti di violenza che hanno alimentato un crescente clima di tensione, con interventi delle autorità e indagini in corso.

Le risse e i 7 Daspo Willy

Le strade di Mestre continuano a essere teatro di violenza. Lo scorso 4 aprile, una rissa scoppiata nella zona tra via Piave e la stazione ferroviaria ha coinvolto sette cittadini bengalesi, scatenando una zuffa che ha rapidamente coinvolto una cinquantina di persone.

Il questore di Venezia, Gaetano Bonaccorso, ha emesso sette Daspo Willy nei confronti dei responsabili, che non potranno accedere né stazionare nelle immediate vicinanze dei locali pubblici di quella zona, già critica per l’ordine pubblico. La rissa ha contribuito ad aggravare un clima di tensione già palpabile in città.

Da quel giorno, non c’è stato alcun miglioramento: la violenza nelle strade sembra essere in aumento. L’ultimo episodio è avvenuto domenica sera in piazza Ferretto, dove una nuova rissa ha scosso la città. Sedie e tavoli sono stati usati come armi, costringendo genitori, bambini e passanti a cercare rifugio dietro le colonne. Questo episodio si è verificato appena 24 ore dopo un’altra rissa avvenuta in via Palazzo, considerata il “salotto buono” di Mestre.

Nuove indagini

Secondo i testimoni, i protagonisti della scazzottata di via Palazzo erano giovani stranieri intorno ai trent’anni. Ciò che sembrava inizialmente uno scherzo si è rapidamente trasformato in violenza, con urla e scontri tra due gruppi contrapposti. Le autorità stanno ora lavorando per identificare i responsabili grazie alle telecamere di sorveglianza.

Nel frattempo, si indaga anche su un altro grave episodio: il 12 ottobre scorso, due auto sono state incendiate a Marghera con delle Molotov. Gli investigatori sospettano che dietro ci sia la famiglia sinti Casamonica, coinvolta nel traffico di droga.

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