Stop alla moschea in via Piave, dove da un anno si riuniva la nutrita comunità di bengalesi di Mestre.
Il TAR conferma la chiusura della moschea
Il TAR del Veneto ha dato ragione al comune di Venezia che aveva chiesto di fermare l’attività del centro islamico e ha respinto il ricorso dell’associazione di promozione culturale. Dal maggio del 2023 il piano terra dell’edificio, da anni disabitato dopo il trasferimento di un supermercato, ha ricominciato ad essere frequentato registrando flussi di persone che hanno allarmato i residenti.
In occasione della preghiera del venerdì, ad esempio, mediamente si recano a pregare tra le cinquecento e le seicento persone. I fedeli bengalesi hanno sostenuto che si trattava di un attività saltuaria e, invece, i ripetuti sopralluoghi della Polizia Locale hanno fatto riscontrare un uso costante dei locali e con un numero di partecipanti abnorme per lo spazio di 800 metri quadrati. Queste ultima sono le parole dei giudici del TAR.
Sicurezza e destinazione d’uso
La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale afferma proprio che il mutamento di destinazione d’uso è troppo impattante sul territorio, al punto che la moschea deve richiedere l’abilitazione per funzionare anche per ragioni di sicurezza.
E chiede il ripristino dei locali per uso commerciale .Il centro culturale, riconosciuto come ente del terzo settore, aveva ottenuto la sospensiva dell’ordinanza, ma ora dovrà lasciare gli spazi.
La decisione del TAR del Veneto chiude l’attività del centro islamico di via Piave, evidenziando l’importanza del rispetto delle norme urbanistiche e di sicurezza. La comunità bengalese dovrà ora trovare un nuovo spazio per le sue attività religiose.
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