Rigon e Rossato ci parlano del loro progetto solidale basato sul metodo Friuli: ripartiamo dalle aziende
Il progetto solidale
A dare il via all’iniziativa solidale basata sul metodo Friuli sono stati il funzionario dell’ACTV Damiano Rigon e Leonardo Rossato della Polizia Municipale; l’occasione è stata quella del terremoto in Umbria del 2016, in particolare la zona di Norcia. Ben presto il progetto si è allargato con la partecipazione di altre aziende e realtà veneziane.
Rigon spiega che tutto è iniziato con un gruppo di amici dell’ACTV; insieme hanno pensato di intraprendere un’azione di solidarietà per aiutare le popolazioni colpite dal sisma. Circa 150 lavoratori si sono uniti per comprare dei cesti di Natale con cibi tipici del luogo.
Nella fase successiva Rossato si è unito al progetto e ha coinvolto la Polizia Municipale trovando un riscontro molto positivo; la quota di persone ha raggiunto 250. In seguito si sono aggiunti anche gli amici del teatro La Fenice, i lavoratori delle raffinerie Eni di Porto Marghera e anche il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri.
Si è messo in pratica il così detto metodo Friuli, ovvero offrire aiuto non attraverso l’elemosina ma sostenendo con gli acquisti l’economia del luogo. Il problema è rapportarsi con le aziende. Sono sempre in cerca di nuovi partner, anche perché si sta valutando di allargare il progetto per portare aiuto anche alle popolazioni del Bellunese colpite dall’alluvione.
C’è una ripresa?
Ma i territori colpiti dal sisma si stanno riprendendo? La situazione è ferma da due anni; le aziende che erano state chiuse per pericolo di crolli non sono ancora state riaperte. Molte di quelle in funzione invece stanno riducendo la loro produzione a causa dell’assenza di un giro di affari. Se non ci sarà un’importante intervento statale probabilmente questi luoghi verranno presto abbandonati.
Le aziende dunque non riescono a riprendersi e nessuno investe i propri risparmi sul territorio, anche a causa delle scosse che continuano. Quindi è evidente che chi ha le possibilità economiche tende ad allontanarsi. La sensazione è che il metodo Friuli sia stato usato al contrario, non curandosi dell’industria che era l’unica speranza di far ripartire il territorio.
Rossato e Rigon sono consapevoli del peso relativo del loro aiuto economico ma si dicono convinti che questa azione possa fare luce sul problema. La speranza è che l’iniziativa si allarghi sempre di più fino a diventare incisiva.