Luca Zaia e il suo “sì” all’ospitalità diffusa in tema di migranti è stato l’argomento del giorno sui social e sui media. Il presidente della regione Veneto ha raccolto l’appoggio della sinistra e anche della CGIL ma ha diviso il suo partito ottenendo un “no” deciso da parte del nuovo segretario della lega del Veneto, Alberto Stefani, e del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Quest’ultimo ha definito l’ospitalità diffusa come un grande fallimento.
L’indignazione dei sindaci
Ad aggiungere benzina sul fuoco si è aggiunto Flavio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia, che ha definito l’iniziativa di Zaia “una fuga in avanti”. “Doveva coinvolgere tutti i sindaci e i segretari dei partiti della coalizione prima di chiedere indicazioni al ministro dell’interno”.
Luca Zaia, Presidente Giunta regionale veneta, si difende così: “Io penso che ai sindaci non debba essere imposto nulla e mai nessuno ha imposto nulla. Quando vedrete il documento fatto con la prefettura, noterete che dice ai prefetti di evitare i mega assembramenti che si sono visti nei casi di Serena e Cona”.
In questo momento la partita è in mano al Commissario all’Emergenza per l’immigrazione, Valerio Valenti, e i prefetti sono i suoi soggetti attuatori. I sindaci non sono coinvolti e Zaia rivendica il merito di aver cercato di non farli rimanere fuori dalle decisioni.
Il tentativo di coinvolgimento dei sindaci
Luca Zaia: “Non è un modo per dire “adesso vi spieghiamo noi”. Regione, ANCI e prefettura sono i soggetti coinvolti, la cabina di regia. I sindaci erano fuori da questa partita. Grazie a un documento che ho proposto io, i sindaci sono stati inclusi ma non per portarsi a casa gli immigrati bensì per evitare che glieli portino”.
La situazione attuale
Gli hotspot sono al limite. Questo significa che tra qualche giorno le regioni dovranno farsi carico di centinaia di migranti. Il commissario per l’emergenza per l’immigrazione ha fatto sapere di essere al lavoro per individuare nuove aree temporanee in Sicilia e Calabria. Le ha chiamate “punti di crisi” ossia aree di primissima accoglienza. Ricordano molto Cona.
Migranti: una misura necessaria
Luca Zaia: “Dalla Libia di fatto, da quello che so io, non arrivano più ma c’è il grande arrivo dalla Tunisia. Considerate che noi mediamente abbiamo anche 150 o 200 migranti che vengono inviati sul territorio del Veneto. Noi siamo preoccupati per questi numeri. Non siamo innamorati di questo processo, ma siccome rischiamo di subirlo, io penso che sia ragionevole che il presidente della regione e il presidente dell’ANCI pongano una questione. Siamo stati i primi a livello nazionale a chiedere che ci sia una cabina di regia. Ma non perchè ci divertiamo, ma perchè se lasciamo fare alle prefetture in autonomia finisce che ci ritroviamo una tendopoli da qualche parte. Questo perchè se non si trovano altre forme di ospitalità si finisce con una tendopoli o con un mega assembramento”.
Il problema del migranti in Italia
L’ospitalità diffusa sta stretta anche a Zaia però dato che sotto la pressione delle domande dei giornalisti, il presidente della regione Veneto ha rinnovato il suo scetticismo sull’accoglienza in generale.
Luca Zaia: “Vedo i numeri. Vedo che oggi rispetto all’anno scorso abbiamo il doppio degli arrivi. Vuol dire che se l’anno scorso abbiamo chiuso con 105 mila immigrati arrivati in Italia, quest’anno chiuderemo con 200 mila. Ne abbiamo già 7800 nel territorio Veneto. Qualcuno mi spiega come faccia tutta l’Africa a starci in Italia e in Veneto?”.
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