Miguel Bosè deve quasi due milioni di euro al fisco spagnolo, mentre il musicista professionista medio americano, arrotondando, guadagna 30mila euro l’anno.
Miguel Bosè è stato messo alla berlina dall’agenzia delle entrate spagnola che ha diffuso la lista dei suoi maggiori debitori: nel cosiddetto “elenco della vergogna”, pubblicato sul sito del quotidiano El Pais, appare accanto all’ex presidente di Bankia Rodrigo Rato e al calciatore Daniel Alves del Paris Saint-Germain.
Stando ai calcoli delle autorità di Madrid, ammonta a un milione e 869mila euro la cifra dovuta alle casse pubbliche dal bel Miguel che per ora non ha replicato: dalla sua pagina Facebook apprendiamo che è in vacanza con la madre Lucia a Roma, dove – tra le altre cose – hanno incontrato Papa Francesco. Giunta ormai alla sua quarta edizione, la lista degli evasori spagnoli riferita al 2017 conta 4318 contribuenti per un debito totale poco superiore ai 15 miliardi e 300 milioni di euro.
Ben diverso il giro d’affari del musicista medio americano, fotografato da questa indagine commissionata dalla Music Industry Research Association in collaborazione con l’università di Princeton, su un campione di oltre 1200 professionisti che nel 2017 hanno portato a casa – mediamente – 35mila dollari, circa 30mila euro.
Ma di quei 35mila dollari solo poco più di 21mila provengono da attività direttamente connesse alla musica come concerti, lezioni e proventi vari. Quindi, per far quadrare i conti, il musicista professionista medio deve svolgere settimanalmente quasi otto ore di lavoro retribuito non connesso ad alcuna attività musicale, contro le quattordici (effettive) spese per performance o esercizi sullo strumento.
Di rilievo, anche in questo settore, la disparità tra generi: le donne sono solo il 34,2% del totale dei musicisti professionisti americani. Di queste, il 72% ha conosciuto, almeno una volta in carriera, una qualsiasi discriminazione di genere, e il 67% è stata vittima di violenze o molestie sessuali.