Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato oggi in Piazza Capitolo ad Aquileia per onorare il milite ignoto, in Friuli-Venezia Giulia, compiendo l’ultimo atto delle celebrazioni per il centenario.
Il centenario del milite ignoto
A distanza di un secolo, ha ancora commosso il passaggio del treno che è partito da Aquileia il 29 ottobre scorso, per raggiungere Roma. È passato per Udine, Treviso, Venezia, Padova, Ferrara, Bologna, Firenze. Le famiglia che hanno perduto i loro cari nella Prima Guerra Mondiale, hanno ricordato l’altro treno, quello memorabile del 1921.
Era composto di 15 carri per contenere i fiori, una cassa di legno di quercia con un elmetto, un fucile e una bandiera tricolore sul coperchio. La Francia ha cominciato un anno prima, nel 1920, a seppellire il suo milite ignoto sotto l’Arco di Trionfo.
L’Italia è arrivata l’anno dopo, con il maestoso Altare della patria, ma il senso è lo stesso: trasformare il lutto privato in quello di un intero paese.
La salma mancante
Per questo, la salma da seppellire nella capitale, l’ha scelta una mamma che non aveva un corpo su cui piangere. Quello del figlio Antonio Blasizza Bergamas, di Gradisca d’Isonzo, caduto sul Monte Cimone nel giugno del 1915. Ha scelto lei, Maria Maddalena, la bara tra le 11 che le sono state schierate di fronte.
Quella bara, lungo il lentissimo viaggio verso Roma, ha raccolto nelle stazioni, migliaia di donne, bambini e sopravvissuti. Tutti si sono uniti nello stesso dolore, incuranti se la giovane vita spezzata dentro la bara non aveva un nome.
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