Minori: Giunta dà via al piano di interventi per il sostegno alla famiglia

Minori: Giunta dà via al piano di interventi per il sostegno alla famiglia
Piano di interventi per prevenire istituzionalizzazione
La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al sociale Manuela Lanzarin, ha dato il via libera al cofinanziamento del protocollo di intesa con il ministero del lavoro e del welfare per ampliare anche in Veneto il programma di sostegno alle famiglie problematiche e in difficoltà e prevenire l’allontanamento dei minori dal nucleo familiare e il loro inserimento in comunità. Il programma, già sperimentato fin dalla sua prima edizione nel comune di Venezia e successivamente in altri sei ambiti territoriali del Veneto, nel 2016 e 2017 verrà esteso anche ai territori delle aziende Ulss 9 di Treviso, 10 Veneto Orientale, 4 Alto Vicentino e 3 Bassano del Grappa e sarà finanziato con 250 mila euro di provenienza ministeriale e 62,500 euro di cofinanziamento regionale.
“Si tratta di un modello sperimentale di intervento – spiega Manuela Lanzarin – che prevede una presa in carico intensiva, ma anche flessibile e definita nel tempo, dei nuclei familiari più fragili, in modo da ridurre il rischio di allontanamento dei figli. Il protocollo d’intesa con il ministero si rivolge a famiglie con figli sino a 11 anni di età e prevede interventi educativi domiciliari, gruppi per genitori e bambini, partenariato tra scuola, servizi e famiglie, famiglie di appoggio, con l’obiettivo di costruire una rete di protezione e di sostegno attorno ai minori e ai loro genitori e ad aiutarli ad affrontare la sfida educativa e le difficoltà di relazione e di vita”.
“Anche questo intervento, per quanto in fase sperimentale e concentrato solo in alcune aree del Veneto – conclude l’assessore – testimonia l’attenzione privilegiata che questa amministrazione intende dedicare alla famiglia, specie a quelle più in difficoltà. Mi auguro che lo Stato possa considerare con maggior attenzione e disponibilità questo investimento educativo e destinare risorse più consistenti a queste forme innovative di welfare attivo”.

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