Mirco Giupponi: la terza fase vissuta da security manager

L'ospite di oggi è il responsabile di un'agenzia che fornisce addetti alla vigilanza nei locali e nei centri commerciali. Ci ha chiamati per lanciare un appello denunciando la difficoltà di far rispettare le regole

Mirco Giupponi testimone delle reazioni agli obblighi anti-covid

Il titolare di un agenzia  che si occupa della sicurezza nei locali e nei centri commerciali situati nel territorio veneziano si fa testimone dei vari comportamenti che le persone adottano rispetto alle regole imposte dal governo in funzione anti covid. Mirco Giupponi afferma che il suo personale, composto da 25 persone che operano per lo più durante il week-end, è spesso al centro di atteggiamenti scorretti da parte dei visitatori. Il servizio che garantisce è il risultato di una grande pazienza e professionalità,ma non privo di rischi e difficoltà. Il virus infatti, non ha stravolto solo certi ambienti operativi e lavorativi oltre che le abitudini di tutti, ma ha cambiato anche la maniera di affrontare la sicurezza. Gli operatori in piena emergenza covid-19 non rivestono più solo il ruolo di protettori dell’incolumità dell’ente e delle persone che lo frequentano,ora sono dovuti diventare anche garanti di una sicurezza di tipo sanitario.

Il lavoro di un security manager durante il virus

Dunque se prima l’attenzione era rivolta a possibili furti e/o atti vandalici adesso l’attenzione è spostata per lo più sul rispetto delle norme sanitarie. Gli operatori devono garantire agli ingressi la verifica dell’uso dei dispositivi personali di protezione e il distanziamento sociale. Mettendosi al servizio di tutela, Mirco Groppi afferma di trovarsi molto spesso di fronte a persone che indossano mascherine usurate o addirittura abbassate sul mento, senza rispetto anche per il ruolo che l’operatore riveste.

I giovani e gli anziani sono più irrispettosi

Laddove il security manager esercita un ruolo che si scontra con la libertà personale del singolo individuo la professionalità del settore allora non basta più. La scortesia e la maleducazione infatti è spesso presente sulla scena, e sembrerebbe esercitata per lo più dalla fascia di età che oscilla fra i giovanissimi e gli anziani. La fascia intermedia di contro, come sostiene Mirco Giupponi, sarebbe quella più solidale ed empatica verso gli operatori.  L’appello che lancia è quello di dimostrare innanzi tutto più rispetto verso le norme igieniche e sanitarie ma anche e specialmente verso coloro che si mettono al servizio della sicurezza di tutti.

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