Nel dibattito per l’accordo del 28 febbraio si inserisce anche la questione del modello contrattuale che prevede un ccnl e un contratto aziendale. È vincente?
Paolo Bizzotto, Segretario Generale CISL, fa passare il messaggio stabilito nell’accordo del 28 febbraio, definendo vincente il modello che prevede il contratto nazionale del lavoro e il contratto aziendale. La contrattazione di secondo livello, già dal ’92-’93, è stata legata a dei parametri di produttività e redditività che dovevano essere trovati all’interno delle aziende. Questo percorso c’è stato, ma la grande crisi ha messo in discussione questo tipo di sistema. Ci si è messi così sulla difensiva, ma non in tutti i settori. In quelli meno colpiti è rimasta viva contrattazione.
La contrattazione è così suddivisa in due livelli. l primo, quello nazionale, riguarda la questione delle tutele, dei trattamenti economici normativi, ma dovrà anche prendersi cura del secondo livello. Quest’ultimo, detto aziendale o territoriale, si occuperà di individuare gli indicatori, di ritrovare un aumento di competitività o produttività delle imprese, che va trasformata in aumenti salariali e welfare per i lavoratori.
Al centro si pongono diverse questioni: quella salariale, quella di una risposta all’innovazione e alla trasformazione che deve passare attraverso la contrattazione, quindi con un ruolo delle parti sociali, e quella della partecipazione dei lavoratori. Questi potranno assumere un ruolo centrale all’interno delle aziende, con la partecipazione ai processi produttivi.
La contrattazione, attraverso questo sistema, e servendosi di questi strumenti, troverà un equilibrio che è sinonimo di responsabilità.