Cultura e Spettacolo

I modi di dire veneziani legati al periodo del Carnevale della Serenissima

Marco Trevisan, dopo aver fondato Venipedia, un'enciclopedia su Venezia, spiega anche la storia dei modi di dire della città

“Tagiar la testa al toro” e “De zioba grasso tute le boche lica”: i modi di dire veneziani legati al periodo del Carnevale si radicano nella storia della Serenissima

Come nasce il modo di dire ‘Tagiar la testa al toro’

Un modo di dire che è diventato universale ma che nasce a Venezia e proprio nel periodo di Carnevale. “Tagiar la testa al toro”, ossia “tagliare la testa al toro”. E’ un detto che è ormai radicato nella comunicazione e che ha una radice storica veneziana. Il suo significato metaforico, come noto, è quello di arrivare finalmente a prendere una decisione dopo che se ne discute da tanto tempo. Ma nasce dall’atto vero e proprio di tagliare la testa dell’animale. Tutto inizia con una vicenda che si radica nel 1162, con il Doge Vitale II Michiel che vinse sul patriarca di Aquileia, Ulrico. Quest’ultimo aveva tentato di conquistare Grado, città della Serenissima che celebra i 1600 anni dalla sua fondazione, secondo tradizione.

Il racconto di Marco Trevisan, fondatore di Venipedia, enciclopedia digitale su Venezia

“Una volta imprigionato, il patriarca doveva pagare un tributo per essere liberato, che era rappresentato da 12 maiali, 12 pani e un toro. Annualmente doveva dare alla Repubblica di Venezia la carne dei maiali e del toro li consegnavano ai senatori e ai patrizi, i pani li distribuivano al resto della popolazione. La cosa si è poi trasformata in una vera e propria cerimonia che veniva fatta a Carnevale, il giovedì grasso. Non si usavano più maiali e pani ma c’erano 3 tori, portati dalle due corporazioni dei Fabbri e dei Macellai. Nel giovedì grasso li decapitavano. Questo segnava la chiusura di ogni lotta e dello spettacolo”.

La decapitazione del toro

La decapitazione del toro diventa quindi il simbolo della fine della diatriba tra i contendenti e da qui deriva il significato di risolvere definitivamente una controversia che si protrae da tempo, dare una fine a una cosa, una discussione, un problema.

Il modo di dire ‘De zioba grasso tute le boche lica’ è legato al primo

Un altro modo di dire sempre legato al Carnevale di Venezia ma ormai in disuso, racconta Trevisan, è “De zioba grasso tute le boche lica”. Vuol dire “Il giovedì grasso tutte le bocche leccano”. Questo detto è strettamente legato a “Tagiar la testa al toro”.

Continua il racconto il fondatore di Venipedia: “Ci sono due motivi legati a questo modo di dire il primo è che nei giorni “grassi”, poiché precedevano la Quaresima e quindi il periodo di digiuno, si svuotavano le dispense non essendoci la possibilità di conservare il cibo come facciamo oggi”.

I sette giorni grassi, da giovedì a martedì, diventavano quindi l’occasione per consumare cibi grassi e nutrienti in preparazione del periodo di quaranta giorni, che precede la Pasqua. In questa ci si dedica alla purificazione e ad un cibo più magro.

Il secondo del legame dei due modi di dire

Conclude Marco Trevisan: “Il secondo motivo è collegato appunto al “tagliare la testa al toro” perché era il periodo in cui una parte delle carni di toro e maiali si è capito poi che venivano distribuite alle fasce più povere e così anche i poveri potevano festeggiare senza pagare. Da qui deriva il modo di dire che tutte le bocche potevano leccare”.

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