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Il mondo degli squeri a Venezia

24 cantieri 4 squeri, questa la cantieristica veneziana sopravvissuta nell’isola. Ce ne parla Enrico Vettore, responsabile della confartigianato di Venezia

Enrico Vettore, responsabile della confartigianato di Venezia, ci parla della situazione dei cantieri e squeri veneziani. Si tratta di una situazione che riversa sempre più in uno stato di crisi. Per far fronte ad essa, è stata presentata l’iniziativa “Teatro in barca”: si è parlato di barche in legno e del vecchio mestiere del maestro d’ascia, un mestiere che sta scomparendo nonostante ci siano stati numerosi tentativi per farlo sopravvivere. Iniziativa che ha avuto un buon riscontro e che verrà replicata in marzo.

La cantieristica minore è la storia della città. Si tratta dunque di una iniziativa per lanciare un messaggio con un linguaggio teatrale parlando di teatro, cantieri barche e artigianato. situazione preoccupante. Un tempo chi realizzava le barche a Venezia proveniva dalle montagne, in particolare da Zoldo, dove i ragazzi erano attratti dalla città lagunare realizzando delle vere e proprie masse di migrazione.

Elemento interessante il fatto che oggi, chi produce gondole, esporta molto all’estero, in quanto esistono migliaia di lagune dove si ha la necessità di barche con il fondo piatto. I paesi con cui si commercia maggiormente sono Germania, Stati uniti e Canada; questo anche grazie alla diffusione della voga longa e voga alla veneta, una specialità sportiva sempre più diffusa, con la speranza che presto possa diventare una disciplina olimpionica.

Recentemente è venuto a mancare Tramontin, storico maestro d’ascia, che ha lasciato lo squero alle sue due figlie che hanno lavorato con lui. In altri casi,invece, gli squeri vengono ereditati da abili allievi, ma il numero si riduce sempre di più. A questo proposito sono stati realizzati vari step per aiutare questo mondo, partendo da una scuola sperimentale finanziata dalla regione, che per sette anni ha formato 150 allievi. In seguito ai tagli dei fondi attuati dalla regione, l’esperimento che avrebbe avuto bisogno di continuità, è terminato.

Il progetto per il futuro è puntare sui ragazzi che escono dall’università, che posso portare nuova vita nel mondo dell’artigianato.

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