Cresce la tensione attorno al Mose dopo che le previsioni sono state ritoccate al rialzo e dunque si parla di una marea che potrebbe salire a 135 centimetri e nella peggiore delle ipotesi a 140. Un allarme che sta avendo ripercussioni devastanti nel settore alberghiero, dato che in queste stanno piovendo disdette.
Acqua alta a Venezia
Continuano a circolare dati sul “medio mare” non affiancati al “dato reale”. Si lamenta l’associazione albergatori, che già dopo l’aqua granda del 12 novembre scorso, aveva ospitato decine di giornalisti da tutto il mondo per spiegare che la città non rimane mai allagata per più di qualche ora e che i centimetri sono misurati rispetto al medio mare e non rispetto alla superficie calpestabile. Anche una marea eccezionale arriva nella maggior parte del centro storico ai fianchi, ma non sommerge completamente le persone, timore che invece viene manifestato dai turisti quando cancellano la prenotazione.
Ava per mesi si era impegnata a far arrivare il giusto messaggio e spiegare ai visitatori di tutto il mondo che l’acqua alta è un fenomeno ordinario, passeggero e parte della vita dei veneziani. Ora è tornato a prevalere il linguaggio dei tecnici e per questo l’Ava si appella al sindaco affinché lanci un messaggio mediatico corretto.
I turisti
Il turismo, con il Carnevale, stava ripartendo e improvvisamente è arrivato lo stop del Covid19, che come è noto ha azzerato le presenze per mesi. In questi ultimi due mesi, con un turismo “nuovo” e di prossimità che soffre per l’assenza di arrivi internazionali, gli hotel stanno facendo grandi sacrifici per rimanere aperti.
L’appello
“In questa fase di difficile ripartenza – aggiunge Claudio Scarpa direttore dell’Ava – non è d’aiuto dover fare i conti con il fatto che continuino a circolare dati sul “medio mare” non affiancati al “dato reale” che potrebbe invece rassicurare chi intende visitare la città. Si era parlato molto della necessità di rivedere questo sistema di comunicazione e rinnoviamo quindi il nostro appello al sindaco affinché venga lanciato, anche attraverso il sito istituzionale e gli altri canali informativi, il messaggio mediatico corretto. Tanto era stato fatto in questo senso tra il 12 novembre e i primi mesi del 2020: è importante per noi continuare ad avere il supporto del Comune e dell’amministrazione comunale in questa sfida, per non danneggiare ulteriormente una stagione già compromessa dalla situazione sanitaria”.
Mose
Intanto è arrivato l’ok del provveditore ai lavori pubblici Cinzia Zincone ad usare le 78 paratoie del Mose se necessario. Anche se – ha spiega il Provveditore Cinzia Zincone – Dovremo monitorare, fino al limite di 6 ore dall’evento (tempo tecnico di chiusura delle bocche di porto), perchè dopo la procedura non è modificabile».