Cosa spinge un artista solido e affermato a lasciare l’amato sentiero di muschio e resina per cercare un nuovo sguardo, una nuova luce. Livio Ceschin è un illusionista dell’incisione, capace di far spuntare l’erba tra i sassi, bagnarla di rugiada e asciugarla con un soffio, anzi una puntasecca. Adesso però il desiderio di aprire, come dice lui, un’altra finestra l’ha portato a un singolare sodalizio con un pittore che ha innovato radicalmente le tecniche calcografiche e cioè lo statunitense James Abbott McNeill Whistler autore sul finire dell’800 di una serie di incisioni veneziane con le quali Livio Ceschin ha instaurato un fecondo dialogo.
La mostra
Ne è nata una cartella con tre incisioni, un catalogo e una mostra “Opere su carta” promossa dal concilio europeo dell’arte, InParadiso Art Gallery, a Venezia, proprio all’ingresso dei giardini della Biennale.
Eric Denker uno dei più importanti studiosi di Whistler e Marco Gobbato esperto di grafica antica e contemporanea, anche in veste di relatori durante la vernice della mostra, hanno evidenziato connessioni, divagazioni, impressioni e sovrimpressioni di quest’appassionante indagine di Livio Ceschin su Whistler e Venezia tra passato e presente.
Molti gli aspetti che avvicinano Ceschin a Whistler come la scelta di una Venezia intima e segreta, senza figure umane. Ma tante anche le contrapposizioni.
E tra i tanti estimatori di Livio Ceschin accorsi all’inaugurazione della mostra c’era anche il fumettista Giorgio Cavazzano. La loro è una bellissima amicizia, nata in nome del disegno.