Movida: medici dell’Ulss4 contro gli assembramenti di giovani

Un nuovo monito diffuso dagli operatori dell'Ulss 4: «Sono degli imbecilli, ignorano il rischio di contagio»

Il fenomeno della movida serale, con assembramenti di giovani che si ritrovano la bar per l’aperitivo, o nel dopocena, non ha escluso il territorio del Veneto orientale. Tra lunedì e ieri sono varie le segnalazioni di assembramenti giunte all’Ulss4, alcuni medici sono stati testimoni oculari di gruppi di giovani intenti a consumare lo spritz in compagnia, con la totale assenza di mascherine, baci, abbracci e vicinanza senza alcun rispetto di distanza minima per impedire il contagio. GUARDA L’INTERVISTA

Movida a San Donà di Piave

“Giusto ieri sera, a San Donà, c’era la movida serale con almeno una ventina i giovani che ho visto attorno a due tavoli davanti a un noto bar locale – chiosa il dottor Lucio Brollo, direttore del reparto malattie infettive al covid-hospital di Jesolo – erano tutti senza alcuna protezione, due o tre avevano la mascherina sotto il mento, ignoravano il rispetto della distanza sociale. Sono degli imbecilli perché con quegli atteggiamenti creano una situazione di elevatissimo rischio di contagio. Forse pensano di essere immuni dal covid-19 per la giovane età ma non è così, nel reparto che dirigo all’ospedale di Jesolo ho avuto pazienti di 16 anni, in Italia ci sono stati pazienti molto più giovani. Se non manterremo tutti le adeguate precauzioni per contenere il virus la situazione può precipitare in pochissimo tempo e a quel punto ritorneremo all’isolamento totale. Ricordo ai giovani ed alla popolazione in generale che nessuno è escluso da questa malattia”.

Terapia intensiva al Covid-Hospital di Jesolo

Un altro monito arriva dal direttore dell’area critica dell’Ulss4, dottor Fabio Toffoletto: “Nella terapia intensiva del covid-hospital di Jesolo abbiamo avuto pazienti anziani e giovani che hanno subito un calvario, alcuni ce l’hanno fatta, altri purtroppo sono deceduti. Questi ragazzi si ritengono forse più forti e più furbi di altri, devono invece capire che per difenderci dal virus sono sufficienti semplici accortezze ad iniziare dal mantenere la distanza di sicurezza e l’uso della mascherina. Così facendo compiono un atto di profondo rispetto e di amore nei confronti non solo di chi hanno davanti ma anche dei propri genitori, nonni e familiari, fragili o meno fragili, perché nessuno è escluso dal contagio di questo morbo”. “Non possiamo accettare che il grande sforzo fatto dalla sanità del Veneto con tutti i propri professionisti – conclude Toffoletto – possa essere vanificato in un attimo da comportamenti irresponsabili. Ricordo ancora che tanti hanno pagato con la vita il contagio da covid-19, non dobbiamo permettere che delle leggerezze possano provocare altre vittime”.

I decessi

I decessi per covid-19 all’ospedale di Jesolo, da inizio pandemia ad oggi, sono stati 29. I decessi complessivi nel territorio dell’Ulss 4 ad oggi sono complessivamente 39. Il numero complessivo delle persone contagiate ad oggi nel territorio del Veneto orientale ha superato quota 700, il picco degli isolamenti fiduciari è stato raggiunto a metà marzo con 958 persone obbligate alla quarantena.

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