Maria Cristina Gribaudi, Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, è profondamente convinta che cultura e fabbrica abbiano bisogno l’una dell’altra.
Negli ultimi tempi i Musei Civici di Venezia sono riusciti ad aumentare notevolmente il numero di visitatori. Probabilmente aumenteranno sempre di più anche grazie a questo accordo con il gruppo cultura di Confindustria. L’intenzione è quella di rendere i Musei Civici sempre più fruibili e aperti al territorio. Cultura e fabbrica sono interdipendenti e Maria Cristina Gribaudi ne ha un’esperienza diretta. È infatti anche un’imprenditrice che viene dal mondo metalmeccanico. C’è bisogno di contaminazione tra i vari attori -afferma- e fra di loro ci sono anche gli imprenditori.
In linea con questa idea, da moltissimi anni è attivo il Museo della chiave Bianchi 1770, ospitato all’interno dello stabilimento produttivo di Keyline a Conegliano. In questo museo si fanno degli incontri di lavoro, è visitato da molti ragazzi e anche da ingegneri in cerca di ispirazione.
L’obiettivo era far capire al mondo imprenditoriale quanto potesse essere valida l’idea di creare delle collaborazioni con i musei, non solo dal punto di vista economico. I musei in fondo non sono altro che una piattaforma di formazione continua; devono certamente raccontare il passato (e le mostre permanenti lo dimostrano), ma ci sono anche gli aspetti del presente da tenere in considerazione. Questo può essere fatto anche grazie alle mostre temporanee. Per esempio i 100 anni di Porto Marghera sono stati raccontati al Palazzo Ducale. Per la prima volta sono state ospitate delle opere d’arte contemporanee ed è stato un gran successo. La mostra voleva essere una fotografia di ciò che è stato Porto Marghera e pertanto sono state raccontate tutte le complessità e le contraddizioni. Venezia è anche questo e i musei devono farsene carico. Non bisogna infatti dimenticarsi dei 34 comuni che compongono la città metropolitana.
