Sono 375 le famiglie che a Musile di Piave, negli ultimi 12 mesi, hanno ricevuto un supporto da parte dell’amministrazione comunale, impegnata costantemente nella gestione degli aiuti governativi, regionali e locali per far fronte alle conseguenze della pandemia.
Un numero che progressivamente, da marzo scorso, è aumentato, a tal punto che sono quasi 1500 le persone coinvolte nei sussidi e nei vari progetti volti ad alleviare il più possibile le situazioni di disagio economico. Ecco il riscontro a un anno dalla pandemia.
Gli aiuti a Musile di Piave
I nuclei che hanno beneficiato dei contributi per il mantenimento del reddito sociale sono stati 105. Le istruttorie per l’invio di persone bisognose all’Emporio Solidale di San Donà di Piave si sono invece moltiplicate, con la presenza di 40 famiglie segnalate. Il Comune ha coordinato, in collaborazione con la Croce Rossa, un progetto che ha permesso di inserire come volontari gli utenti bisognosi in situazione di difficoltà economica in cambio di una spesa settimanale, garantendo quindi a più nuclei generi alimentari.
Le parole di Silvia Susanna
“I problemi che avevamo previsto come conseguenza della pandemia sarebbero stati quelli economici e psicologici. Il nostro comune è tra i più colpiti perché molti dei nostri concittadini sono occupati con lavori stagionali sul litorale, nella ristorazione a Venezia o con impieghi al parco commerciale di Noventa di Piave.
In questi mesi sono cresciuti i bisogni dei nuclei già fragili, con situazioni che improvvisamente si sono aggravate non solo per la mancanza di reddito ma anche per nuovi bisogni legati al virus come la gestione delle dimissioni dopo le terapie intensive, la gestione dei positivi a domicilio e le esigenze dovute a lutti oppure ospedalizzazioni.
Nonostante questo, come amministrazione, abbiamo messo in campo, e continueremo a farlo, tutte le misure in nostro possesso per venire incontro alle difficoltà”. Spiega il sindaco Silvia Susanna.
I problemi psicologici creati dall’emergenza sanitaria
“Da un punto di vista psicologico, questa situazione sta facendo emergere fragilità importanti, di cui dobbiamo tenere conto. Per questo abbiamo attivato un servizio con due psicologi che gratuitamente operano per fornire un primo aiuto, che tuttavia risulta fondamentale soprattutto per le persone che vivono da sole e non hanno una rete familiare di supporto”. Conclude il sindaco.
Il supporto economico
Sul fronte dei buoni alimentari, invece, le famiglie raggiunte dal beneficio sono state 191, per un valore di circa 70mila euro. Dodici sono stati, a partire dallo scorso mese di settembre, gli inserimenti lavorativi presso le associazioni del territorio grazie ai contributi del fondo regionale Ria (Reddito di Inclusione Attiva).
Sempre a proposito di fondi regionali, la Città di Musile è intervenuta supportando i cittadini che a causa della pandemia hanno registrato una riduzione del reddito attraverso il pagamento di bollette e affitti, ma anche sostenendo la povertà educativa e la realizzazione di progetti rivolti ai minori, soprattutto nel periodo estivo. In questo capitolo i fondi sono stati erogati a 15 famiglie.
Infine sono stati 12 i nuclei beneficiari del contributo da mille euro per i “nuovi nati” nel 2020. La liquidazione è avvenuta lo scorso mese di dicembre.
Le dichiarazioni di Francesca Simiele
«Nel 2020le domande ricevute hanno riguardato prevalentemente il sostegno economico ma anche quello alimentare, i contributi per pagare affitti, bollette e utenze. Da sottolineare anche le richieste di aiuto da parte di anziani soli che prima godevano del sostegno di badanti, ora non più operative. Allo stesso modo giungono ai servizi sociali richieste di colf e collaboratrici familiari ad ore che oggi sono senza reddito e senza protezioni sociali. Senza dimenticare le problematiche delle famiglie con disabili e anziani, che soffrono della chiusura delle strutture di accoglienza. Ne è conseguita la difficoltà a gestire situazioni complesse tra le mura domestiche senza aiuti esterni. Gli uffici segnalano anche l’aggravamento dell’intensità del disagio relativo al tema della violenza intra familiare, non solo fisica ma anche psichica. Il riferimento è alle convivenze forzate tra nuclei separati in casa”. Aggiunge l’assessore alle politiche sociali di Musile di Piave, Francesca Simiele.