I Linkin Park celebrano Chester Bennington, suicidatosi il 20 luglio, con un album live che raccoglie il meglio del tour interrotto dalla sua tragica morte.
A cinque mesi dalla scomparsa di Chester Bennington, cantante e frontman dei Linkin Park, i restanti componenti della band: Mike Shinoda, Brad Delson, Dave “Phoenix” Farrell, Rob Bourdon e Joe Hahn, pubblicano venerdì 15 dicembre “One More Light Live”, un modo per ricordare il leader facendone sentire tutta la potenza artistica espressa durante l’ultimo tour, bruscamente interrotto il 20 luglio scorso dal suo suicidio.
«Vogliamo dedicare questo live a nostro fratello Chester, che ha messo tutto il suo cuore e la sua anima nell’album “One More Light”», dichiarano, aggiungendo: «Dopo aver registrato l’album, scherzavamo con Chester dicendo che, avendo alzato l’asticella così in alto durante le registrazioni, non ce l’avrebbe mai fatta a riprodurre dal vivo la stessa incredibile alchimia e lui aveva accettato la sfida. I concerti all’inizio dell’estate sono stati straordinari. Chester pensava che fosse il miglior tour di sempre».
Ci sono, fra le altre, “Burn It Down“, “Battle Symphony”, “New Divide”, “Invisible”, “Nobody Can Save Me” e “Crawling” nella tracklist che si apre con “Talking to Myself”, estratto come secondo singolo da “One More Light” (e pubblicato negli Stati Uniti poche ore prima del suicidio di Chester), ma il pezzo centrale è quello che da il titolo all’album, diventato un vero e proprio inno catartico in memoria di Bennington, pur essendo nato per essere dedicato a un’altra persona, come ha raccontato Mike Shinoda, che ne è l’autore.
«I nostri fan usano questo pezzo, lo cantano per noi per dirci che ci sono, ci ascoltano, ci pensano. Non esprimerò mai abbastanza quanto sia stato speciale e importante il ruolo che ha avuto tutto questo nell’affrontare il dolore, non solo per il gruppo ma anche per Talinda, la moglie di Chester e la sua famiglia. È difficile, è davvero difficile ascoltare quella canzone ora», ha detto Shinoda.