“Non lasciarti influenzare”, la campagna per i negozi del Miranese. Fare la spesa in negozio, prendere un aperitivo, cenare al ristorante, dormire in albergo non è contagioso. Lo sanno bene i commercianti che in questi giorni di psicosi da coronavirus hanno visto letteralmente crollare gli affari. E in modo del tutto ingiustificato.
Paure incontrollate, ordinanze contraddittorie, locali desolatamente vuoti. Dopo la serrata involontaria, nel Miranese è scesa in campo a fianco degli associati Confcommercio del Miranese, nel tentativo di aiutare i tanti imprenditori alle prese con l’imprevista impossibilità di lavorare.
“Non lasciarti influenzare”
Subito al via una campagna di messaggi di sensibilizzazione. Non lasciarti influenzare è l’hashtag per invitare i consumatori a non cedere alla paura. “Puoi continuare a vivere e fare progetti – lo slogan – lasciandoti servire dai tuoi esercenti di fiducia”.
«Giusto adottare tutte le precauzioni del caso – spiega il presidente di Confcommercio del Miranese Ennio Gallo. “Ma non si può creare una fobia generalizzata che ha solo lo scopo di bloccare le attività. Ora serve compattezza. I sindaci per primi devono tranquillizzare i cittadini, disinnescare la bomba, dare una mano ai negozianti a rialzarsi e trasmettere sicurezza ai consumatori. Non siamo di fronte alla peste, non c’è alcuna controindicazione a uscire di casa ed entrare nei negozi».
Lo sanno bene i diretti interessati, i commercianti, che dai paesi dipingono una situazione mai vita. «La situazione non è buona – spiega la delegata di Spinea Patrizia Vianello. “I commercianti sono insoddisfatti, la psicosi ha messo in ginocchio molte attività, indipendentemente dal settore. Proprio questa mattina ho incontrato dei commercianti che in città sono un punto di riferimento per la clientela. Mi hanno trasmesso tutta la loro paura che questa situazione si trascini ancora a lungo. D’altronde per giorni Spinea, specie verso sera e la mattina presto, è risultata vuota. Per contro i commercianti sono più uniti che mai, non hanno perso lo spirito del lavoro, serve però agire perché il rischio è che qualcuno si demoralizzi».
Le parole di Roberto Rossato
«Aprire e mantenere un’attività – le fa eco Roberto Rossato, delegato a Mirano – sopratutto in questi ultimi anni, è già molto difficile. La concorrenza di mercati sempre più aggressivi ci ha messo a dura prova. Non dobbiamo però farci suggestionare da quanto sta accadendo con il coronavirus. Dobbiamo continuare ad acquistare nei negozi dei nostri paesi, a vivere le nostre piazze, i nostri bar e ristoranti e non mollare. Perché il rischio concreto è che la paura ci spinga a non far più nulla, a non frequentare quelle imprese che erano parte della nostra quotidianità. Non fermiamoci, insieme usciremo da questo complesso periodo più forti che mai.»
Nel contempo, Confcommercio sta lavorando a livello governativo per chiedere la sospensione dei contributi per le imprese e premi come già avvenuto, per esempio, per gli eventi sismici. Richiesta anche la previsione di un’indennità fissa per lavoratori autonomi interessati da sospensioni delle attività, l’estensione della cassa in deroga per chi ha solo quella straordinaria e il fatto che i lavoratori che non hanno potuto recarsi al lavoro non siano considerati in malattia ma rientrino nelle fattispecie di sospensione in cassa integrazione.
«Più di tutto però – ribadiscono da Confcommercio – serve tornare alla normalità, già da questo fine settimana, tornando a far lavorare a pieno regime negozi, pubblici esercizi e mercati. Questo per non perdere altro tempo di fronte a un rischio per la salute che c’è sì, ma non giustifica alcun cambiamento dei normali ritmi quotidiani. A cominciare da semplici gesti come comprare il pane, bere un aperitivo e mangiare una pizza fuori con gli amici».