Alzheimer, nuclei assistenziali: parla Sarah Tommasi

Sarah Tommasi parla dei nuclei assistenziali per Alzheimer, la specificità di organizzazione. Aiuto e sollievo per famigliari e per il malato.

All’interno delle strutture assistenziali di tipo residenziale, vi sono dei particolari nuclei che specifici per il trattamento dei soggetti malati di Alzheimer. Sarah Tommasi ci riporta il fatto che c’è un aumento su grande scala di casi di demenza, concentrato durante il corso degli ultimi decenni.

Nuclei assistenziali Alzheimer

Spiega, inoltre, l’alta specificità dei centri assistenziali di questo tipo, in quanto i soggetti affetti dal morbo hanno delle particolarissime necessità. Una fra tutte è presente nella maggioranza dei casi, si tratta del bisogno continuo di camminare, chiamato wandering.

E’ per questo motivo che in gran parte dei centri vi sono dei percorsi chiusi, all’interno dei quali l’utente può camminare, senza pericoli e senza possibilità di evasione.

Si tratta di servizi che sollevano non solo i familiari, ma anche l’utente stesso, al qual si offrono dei passatempi, adeguati e soggettivi, per canalizzare la rabbia e il senso di disagio. Le attività proposte sono ricercate nel passato degli utenti, poiché si comportano come se fossero nuovamente bambini, hanno infatti una chiara memoria arcaica.

Sezioni ad alta protezione

All’interno delle sezioni ad alta protezione Alzheimer, data la necessità degli utenti di sentirsi in un luogo famigliare, si creano delle strutture per far credere loro di trovarsi all’interno di una casa vera e propria. Troviamo pareti dipinte con finestre e porte, cucine, salotti, porte schermate. Vengono persino riprodotte fermate dell’autobus o stazioni, affinché il rituale quotidiano del ritorno alla casa d’infanzia sia verosimile.

Gli operatori e gli infermieri che lavorano in certi nuclei, sono altamente specializzati, preparati a seguire qualsiasi tipo di atteggiamento e necessità.

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