Svolta nell’acqua del vicentino con una nuova condotta di 21 km, abbattendo così la presenza dei PFAS.
Finalmente acqua sana nel vicentino
Quella di oggi a Montagnana è stata una giornata importante per l’acqua sana nella regione.
Sono entrate in funzione le opere finali per portare alla popolazione della zona rossa del vicentino, investita dall’emergenza per PFAS, acqua pulita, abbandonando finalmente la fornitura trattata a carboni attivi.
25 milioni di euro per purificare le fonti nel Veneto
Le parole di Luca Zaia: “Questa è una parola mantenuta. Sono 25 milioni di euro per 21 km di condotte. Acqua pulita, acqua sana e, soprattutto, si inizia un nuovo corso che è quello di purificare le fonti del Veneto.”
Le condotte non servono soltanto ad abbattere la presenza dei PFAS nell’acqua, che sono sostanze chimiche che si accumulano nell’organismo umano e nell’ambiente. Ma per fornire l’acqua potabile alle persone e agli animali.
Il tema degli alimenti e dell’irrigazione
Continua Zaia, presidente della giunta regionale del Veneto: “Il tema alimenti è l’altro grande fronte, che è quello che parte dall’abbeveraggio degli animali da un lato. Dall’altro, dalle irrigazione, e quindi dalla risorsa idrica delle colture a pieno campo. Anche su quello il monitoraggio deve essere fatto. Ovviamente un monitoraggio a 360° come i bio-monitoraggi rispetto allo stato di salute dei cittadini.”
Le opere realizzate sostituiscono la centrale di Madonna di Lonigo, che forniva acqua contaminata del PFAS, ma trattata con i carboni attivi. Porteranno l’acqua da Camazzole, nel comune di Carmignano di Brenta, fino al montagnanese e alcuni comuni del vicentino.
“Ci sono due serbatoi da 10.000 metri cubi di acqua sana e pulita. Questo è il punto di partenza. Dall’altro, ovviamente, saranno i tecnici poi a darci indicazioni su come gestire il passaggio. Voglio anche ricordare a questo, abbiamo anche come supporto ancora i filtri a carbone per le zone più problematiche”.
GUARDA ANCHE: Mazzaro, dedicato a Luca Falcon, donatore di protesi