Antonio Pra presenta Olgius, il suo primo libro, raccontandone mistero ambientato in Siberia e sospeso tra leggenda e realtà
Antonio Pra è un consulente che si occupa di assicurazioni sui beni culturali, ma è ospite degli studi di Televenezia in veste di scrittore per parlarci della sua prima opera.
Il suo primo libro, Olgius, è un thriller che tratta un giallo irrisolto riguardante alcune strutture in Siberia. Il testo è stato pubblicato dalla Runa Editrice Padova.
La leggenda
La struttura in questione è realmente esistente ed è stata scoperta nel 1850. Gli studiosi hanno iniziato ad occuparsene solo dal 2005, probabilmente anche a causa del clima e dell’ambiente che rendono difficile l’esplorazione. Si tratta di costruzioni simili ad archi sotterranei che affiorano per una piccola parte all’esterno. Leggenda vuole che le persone che vi entrano in contatto comincino a stare male; lo scopritore è addirittura morto.
Le strutture vengono chiamate dalle popolazioni locali Olgius, che significa nella loro lingua calderoni. Infatti, se la parte in superficie assomiglia ad una cupola, alcuni olgius sprofondando hanno lasciato delle forme circolari a delimitarne la grandezza.
La trama
Il libro gira proprio intorno a questo mistero. Un gruppo di amici parte dal British Museum in un percorso che li porterà fino alla Siberia nord-orientale alla ricerca di alcuni artefatti che sarebbero disseminati nella taiga siberiana, tra difficoltà, omicidi e prove da superare.
Il gruppo di persone immaginato da Pra è molto simile alla sua cerchia di amici, in particolare Danilo Leo Lazzarini. L’esplorazione archeologica raccontata nel libro si ispira invece ad una reale spedizione sul luogo del 2006 fatta dall’esploratore ceco Ivan Mackerle.
La spedizione di Mackerle
Mackerle e la sua squadra, dopo aver osservato dall’alto delle anomalie circolari sul territorio, si sono recati sul posto. Esplorando gli acquitrini lasciati nelle conche circolari si è visto che il fondo non era melmoso come ci si aspettava; si sentiva un rimbombo e il suono di qualcosa di metallico e cavo.
Le testimonianze
La popolazione del luogo è la prima a mettere in guardia sugli olgius. Spiegano che avvicinarsi troppo può avere effetti negativi sulla salute. Anche dai racconti delle persone che vi sono entrate in contatto nel corso del tempo abbiamo testimonianze inquietanti.
Mackerle stesso non è rimasto immune alla “maledizione” dell’olgius. Ha sofferto di una malattia sconosciuta che lo ha costretto ad interrompere la spedizione.
Possibili spiegazioni
Pra ha pensato in un primo momento che gli olgius potessero contenere scorie radioattive o resti di qualche arma sconosciuta progettata per la Guerra Fredda e che i racconti siano nati quindi in epoche più recenti.
Ma nei documenti esiste traccia delle strutture già dal 1853 grazie alla testimonianza di un esploratore inviato dalla Società Geografica Imperiale Russa.