Olindo Moretti scrive la poesia “Tornerò (nella mia terra)” in età adulta, descrivendo fatti dell’infanzia-adolescenza che gli rinnovavano piacevoli sensazioni.
Note sulla poesia da parte dell’autore
“Nella poesia descrivo i ricordi, allocandoli nelle quattro stagioni, traendo poi, in una quinta parte finale, domande ed emozioni che mi pongono come in attesa di possibili risposte dalla luna che, rimanendo costante testimone, sempre giovane e uguale, sola, potrebbe riservarmi delle adeguate risposte.
Qui vengono recitate e riportate solo la parte iniziale della poesia, (relativa alla Primavera, con il richiamo alle Rogazioni che in questi giorni ancora si fanno) e l’ultima parte che conclude la stessa poesia” ha detto Olindo Moretti.
Tornerò (nella mia terra) di Olindo Moretti
Tornerò da mia madre, a primavera,
e correrò coi piedi nudi e incerti
sulla mia terra, ancora fredda e nera.
Poi me ne andrò di buon mattino
col volo pigro degli uccelli,
e gusterò il tepore del sole mattutino.
Alle rogazioni, tornerò a pregare
e piantando, in campi, le croci benedette,
coi contadini continuerò a sperare.
Andrò a passeggio lungo il canale,
e, gracidando le rane a più non posso,
mi immergerò nell’acqua
e attraverserò il mio fosso.
Raccoglierò con le mie mani aperte,
i desideri e i palpiti dispersi
(sull’erba degli argini nascosti),
e, con l’impulso e il fremito
di un tenero virgulto,
accarezzerò il tuo volto e lo riempirò di baci.
Inonderò d’amore il tuo corpo invitante
(distesa sull’aia e così provocante).
Ritornerò nella mia terra
con tutta l’anima e col cuore.
Mi riempirò di spirito e del suo amore.
Ti chiederò, candida luna,
(poichè non invecchi e sei sempre uguale)
perchè… se penso alla mia terra,
se penso a ciò che vorrei…
sono sempre quelli i luoghi e il tempo
che sceglierei?
Quelli stessi che mi hanno dato vita,
con la stessa madre e con lo stesso padre.
Anche se ora nulla mi manca,
anche se allora la povertà era tanta…
sono sempre loro, oggi…
ciò che mi attira e che mi incanta.