Salute e benessere

Portogruaro centro di riferimento per chirurgia conservativa dell’anca

Oggi presentata la novità. Pazienti da tutta Italia a Portogruaro per questa chirurgia. Le congratulazioni da Usa, Iran, Cina e vari paesi del mondo

Arrivano da tutta Italia e dall’estero, sono ragazzi affetti da patologie congenite all’anca con dolore e difficoltà nella deambulazione. Queste anomalie congenite, se non corrette chirurgicamente causano la precoce degenerazione dell’articolazione (artrosi) con necessità di sostituire l’anca nativa con una protesi artificiale. La maggior parte di questi pazienti si è rivolta a strutture mediche senza  ricevere risposte o, come unica soluzione, la proposta di procedere con l’impianto di una protesi artificiale con necessità di sostituirla più volte  nel corso della crescita e della vita. All’ospedale di Portogruaro trovano, quando le condizioni articolari lo consentono, una risposta concreta alle loro speranze e a quelle delle rispettive famiglie: la chirurgia conservativa dell’anca praticata dal dottor Luigino Turchetto e dal suo  staff.

Ortopedia di Portogruaro

Sono infatti sempre più numerose le famiglie che affrontano un “viaggio della speranza” e si rivolgono all’ortopedia di Portogruaro per consentire ai loro figli di ritornare ad una vita normale. Il dottor Turchetto ha appreso queste tecniche di chirurgia conservativa dell’anca dal Reinhold Ganz, professore  emerito dell’Università di Berna e “padre” della  moderna  chirurgia conservativa dell’anca  che per 15 anni ha operato a Portogruaro con il dottor Turchetto insegnando le tecniche chirurgiche da lui ideate, di provata efficacia, adottate dalle equipe ortopediche dei più prestigiosi Ospedali del mondo.

Lo scopo di questa chirurgia

“Lo scopo di questa chirurgia è evitare o posticipare il più a lungo possibile l’utilizzo di artroprotesi nei giovani pazienti – spiega il dottor Turchetto –. Gli interventi prevedono la sezione chirurgica del bacino o del femore prossimale con il reciproco ottimale riorientamento delle due parti, cavità acetabolare e testa femorale in esso contenuta nella posizione ottimale. L’obiettivo finale è il ripristino dei normali rapporti articolari tra le due componenti scheletriche che formano l’articolazione dell’anca”.

Sono interventi chirurgici alternativi alla chirurgia protesica,  particolarmente impegnativi, non vengono impiegate protesi artificiali ma bisturi, scalpelli, semplici viti e molta tecnica chirurgica che richiede un lungo periodo di apprendimento. Al termine dell’intervento i benefici sono subito visibili: non vengono utilizzate apparecchiature di stabilizzazione esterna e la mobilizzazione senza carico è possibile per il paziente fin dai primi giorni, utilizzando semplici stampelle.

La Regione Veneto ha classificato questa unità operativa quale centro di riferimento regionale per la “Chirurgia conservativa e sostitutiva dell’anca”. Oggi il direttore generale dell’Ulss 4, Carlo Bramezza, ha presentato la novità insieme al dottor Luigino Turchetto, poi ha scoperto la targa affissa all’ingresso del reparto che evidenzia la valenza regionale, alla presenza del personale ospedaliero. E non sono mancati gli attestati di stima pervenuti con dei mini video al dottor Turchetto da parte dei colleghi di tutto il mondo, “discepoli” del dottor Ganz: in primis da Berna lo stesso Reinhold Ganz, dall’Italia il professor Alessandro Massè, i medici Giovanni Pignatti, Antonio Campacci, Ettore Sabetta, Paolo Lorenzon, Daniele Munegato, inoltre Chen Hui dalla Cina, Thomas Huff dagli USA, Morteza Kalhor dall’Iran, Michael Leuning dalla Svizzera e molti altri.

L’ospedale

L’ospedale di Portogruaro è stata la prima struttura in Italia a praticare la  chirurgia conservativa dell’anca Bernese. Oggi i centri dove vengono eseguiti il maggior numeri interventi di chirurgia conservativa dell’anca sono l’ospedale di Portogruaro e la clinica universitaria Ortopedica di Torino diretta dal professor Massè. Altri ospedali in Italia, grazie all’attività svolta dal  professor Ganz e dal dottor Turchetto, si stanno gradualmente avvicinando a questa chirurgia.

“I giovani arrivano in questo reparto dopo un percorso di vita complesso e doloroso. La ridotta mobilità e la difficoltà a deambulare li penalizza fortemente e spesso determina in loro anche problemi psicologici – conclude il dottor Turchetto – . La chirurgia conservativa ha un grande valore sociale: è dedicata ai ragazzi e ai giovani adulti che non troverebbero risposte alternative  se non l’utilizzo di una protesi”.

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