Out of Place – Arte e storia dai campi rifugiati nel mondo
Con Out of Place – Arte e Storia dai campi rifugiati nel mondo, la fondazione Imago Mundi ha chiamato a raccolta 162 artisti, che vivono o che hanno vissuto in campi per rifugiati. Hanno realizzato 174 opere, attualmente esposte a Treviso nella Galleria delle Prigioni.
La mostra, curata da Claudio Scorretti, Irina Ungureanu e Aman Mojadidi, continua e sviluppa un lungo percorso di mappatura globale dell’arte contemporaneamente nella modalità 10×12 cm, tratto distintivo di Imago Mundi Collection.
L’essenza del progetto sta nella pluralità e unicità di storie, distribuite nei cinque continenti e che testimoniano come la condizione del rifugiato sia del tutto accidentale.
Gli artisti rifugiati e le loro aree di provenienza
In questo ambito, i rifugiati non sono più una massa indistinta senza volto, ma assumono i nitidi contorni dei singoli individui. Ciascuno con la propria vicenda unica e irripetibile, affidata ad una tela. Le aree di provenienza degli artisti vanno dall’Afganistan al Miamare e al Vietnam, dalla Palestina al Kurdistan e alla Siria, dal Burundi all’Etiopia e alla Somalia, dalla Costa d’Avorio al Sudan. E poi ancora altre zone. Tutti i luoghi che ci parlano di crisi complesse, conflitti armati, persecuzioni etniche o religiose, catastrofi naturali e violenza.
Anche i paesi di accoglienza sono ugualmente distribuiti ovunque, dall’Uganda al Kenya, dal Nord America alla Germania, dal Bangladesh al Regno Unito fino all’Italia.
La presentazione di alcune storie
Tra le storie che veniamo a conoscere è quella di un pittore nigeriano che vive in Francia e, lontano dalla sua terra natale, si sente come un re senza trono. Oppure l’opera fotografica di un iracheno, che presenta una madre in una posa simile a quella della madonna della pietà. Ma a guardar bene in una mano, la donna tiene una granata. Un’artista di origine vietnamita ma residente negli Stati Uniti propone invece una foto di famiglia, incorniciata dai ritagli di quelle borse per la spesa che i rifugiati usano spesso come valigia.
Ogni ambiente delle Gallerie delle Prigioni è dedicato ad un campo per rifugiati. Dal campo di Kutupalong in Bangladesh, ritenuto il più popoloso al mondo, a quello di Dadaab in Kenya, dove convivono 3 comunità etniche, somala, sudanese ed etiope.
Le opere sono accompagnate da approfondimenti di testo, video o fotografici, realizzati dagli stessi autori per consentire ai visitatori di conoscere di prima mano le loro vicissitudini.
Il progetto dedicato agli artisti rifugiati continua
Il progetto di Fondazione Imago Mundi dedicato agli artisti rifugiati nel mondo non si ferma. È in corso, infatti, una nuova raccolta di opere che, nei mesi a venire, andranno ad integrare quelle già in mostra e concorreranno a formare il catalogo di prossima pubblicazione.
Out of Place – Arte e storia dai campi rifugiati nel mondo è visitabile alle Gallerie delle Prigioni di Treviso fino al 30 giugno. L’ingresso è libero.
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